Nei secoli le chiese cristiane si sono combattute al loro interno e verso l’esterno, Margot Käßmann propone autocritica e apre alla teologia dell’amicizia…

di Rosangela Vegetti

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Il Tempio Valdese di via Francesco Sforza a Milano ha ospitato una serata di grande interesse con la prof.sa Margot  Käßmann, teologa della chiesa luterana tedesca e già vescovo a Hannover, e attuale ambasciatrice del Consiglio della chiesa Evangelica in Germania per il 500° anniversario della Riforma di Lutero che cade nel 2017, in dialogo con mons. Gianfranco Bottoni, responsabile del Servizio Ecumenismo della Diocesi cattolica ambrosiana. Il tema davvero impegnativo e per nulla scontato, come ha sottolineato il moderatore della serata, il pastore della Chiesa Cristiana Protestante Ulrich Ekert: “ Riforma e tolleranza: chiesa e potere, libertà delle chiesa e libertà dello stato 1700 anni dopo l’editto di Costantino”.

La tolleranza è stata usata per pacificare ma anche per distruggere i non-crstiani, come gli ebrei, gli aderenti ad altre religioni come gli islamici e i non credenti. Ma il contrasto tra Riforma e Controriforma ha portato a intolleranza che ha avuto conseguenze fino ai nostri tempi in tutti i Paesi europei e non solo. Ai contrasti religiosi si sono sempre uniti anche interessi politici e di potere cha hanno aggravato le situazioni provocando guerre e morti dovunque, talora senza che le vittime stesse ne avessero piena consapevolezza delle ragioni del conflitto. Il giubileo della Riforma invita a pensare anche agli aspetti negativi, alle ombre ed ai contrasti entro gli stessi aderenti alla Riforma. “Ci vollero secoli – afferma la teologa Margot  Käßmann – per arrivare a parlare di tolleranza attraverso tesi teologiche, a partire dall’Illuminismo. Oggi c’è un reciproco rispetto delle chiese, vige una cultura della discussione sulle tematiche che segnano le differenze. Con forza bisogna affermare che è impossibile risolvere i conflitti religiosi con la violenza”.

Le reciproche condanne tra le chiese cristiane sono superate e il movimento ecumenico dimostra l’utilità di una teologia dell’amicizia che implica i rispetto del diverso, l’accoglienza delle ragioni dell’altro, anche dell’ateo, per costruire un dialogo aperto alla convivenza pacifica. L’impegno comune deve essere contro ogni forma di intolleranza e contro le posizioni di integralismo che impediscono dialogo e tolleranza.

La tolleranza è una dimensione dinamica, in continuo divenire per la costruzione della reciprocità, contro ogni controversia.

Mons. Bottoni ha sottolineato il valore di autocritica della relazione della teologa protestante ed ha continuato nella riflessione eliminando ogni retorica di esaltazione dell’editto di Costantino del 313 che era partito da motivi politici per affermare la libertà di religione; oggi libertà, democrazia, dialogo religioso sono termini molto diversi perché maturati nei secoli. La presenza delle religioni nello spazio pubblico assume una valenza di responsabilità anche democratica e lo testimonia lo sforxa compiuto dai rappresentanti delle religioni aderenti al Forum delle religioni di Milano (ebrei, islamici, buddisti, cristiani, induisti) che hanno elaborato una ‘Carta di Milano 2013” che segnala i passi necessari perché la cosa pubblica diventi la casa di tutti, riconoscendo che ormai il nostro Paese ha lasciato il suo antico carattere monoreligioso cristiano-cattolico per acquisire una dimensione multiculturale: in questa nuova situazione le religioni sono un contributo culturale alla vita democratica e solo in uno spazio pubblico le religioni possono essere se stesse senza integralismi, e la democrazia ha bisogno del libero apporto delle religioni.