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Cenni storici

L’anglicanesimo è una forma di cristianesimo che ebbe origine nel 16° secolo con la separazione della Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa Cattolica romana sotto il regno di Enrico VIII. Sono seguite riforme dottrinali che hanno dato alla Chiesa l’assetto attuale: ‘cattolica ma non romana, riformata ma non protestante’ (dal sito web della Anglican Communion).  Per gli anglicani, la riforma e il distacco dalla Chiesa romana non hanno modificato la sostanza di una chiesa che affonda le proprie radici nell’alto Medioevo, e che già prima di Enrico VIII godeva di un’ampia autonomia da Roma.

Nei secoli successivi, in diversi parte del mondo, ma prevalentemente nel Commonwealth britannico, sono sorte altre Chiese nazionali autocefale che sono però in piena comunione con la Sede di Canterbury. Queste Chiese sono denominate ‘anglicane’ oppure, in alcune nazioni, tra cui gli USA e la Scozia, ‘episcopali’.  Tuttavia, non tutte le Chiese che si autodefiniscono anglicane sono in comunione con Canterbury; perciò non tutte fanno parte dell’Anglican Communion (Comunione Anglicana).

Per ragioni storiche, la nostra Chiesa ha mantenuto gran parte della struttura del cattolicesimo: la liturgia dell’eucaristia tutte le domeniche, il calendario liturgico, la successione apostolica dei vescovi. Il clero si articola in tre ordini (vescovi, sacerdoti e diaconi). Dalla tradizione riformata provengono sia la non obbligatorietà del celibato clericale, sia l’accesso delle donne ai tre ordini ministeriali. Dalla stessa tradizione abbiamo accolto inoltre l’enfasi sulla Sacra Scrittura e sulla Liturgia nella lingua del popolo, la comunione sotto le due specie (pane e vino) e l’accento sui due sacramenti domenicali del battesimo e della comunione.

All’interno della Chiesa d’Inghilterra (e anche nelle altre chiese che fanno parte della Comunione), vengono abbracciate tre correnti principali: la chiesa ‘bassa’ (low church) che ha un ‘sapore’ teologico e liturgico evangelico; la chiesa ‘alta’ (high church) dal sapore più cattolico; e la così detta ‘broad church’ (chiesa larga) che abbraccia la diversità.

Liturgia

Il testo base della liturgia è il Book of Common Prayer (1662), il quale costituisce inoltre la fonte del libro della Common Worship (2000) utilizzato oggi.  Nella tradizione della Parish Communion Movement, il sacramento dell’eucaristia si celebra ogni domenica. Sono invitati alla cena del Signore tutti i fedeli battezzati che credono nella Trinità. Il nostro calendario liturgico (molto simile a quello cattolico romano) segue le stagioni liturgiche di Advent, Christmas (Natale) e Christmastide, Epiphany e Epiphanytide, Lent (la quaresima), Easter (la Pasqua) and Eastertide. Altre festività importanti sono la Presentazione del nostro Signore al Tempio, il mercoledì delle cenere, le funzione della Settimana Santa, l’Ascensione e la Pentecoste, nonché la celebrazione dei Santi.

La tradizione musicale della nostra chiesa si estende dal canto corale tradizionale, con inni sia dell’800 sia moderni, e il canto gospel. Una delle più note liturgie corali dell’anno è il Servizio delle Nove Letture e Inni (Nine Lessons and Carols):  una celebrazione canora e scritturale che festeggia il Natale.

Le Chiesa d’Inghilterra in Italia

La Chiesa d’Inghilterra in Italia fa parte della Diocesi di Gibilterra in Europa, con sede vescovile a Bruxelles. Questa diocesi comprende le numerose chiese sparse dalla Russia e la Turchia, sino al Portogallo.  In Italia le nostre chiese sono site a Palermo, Taormina, Napoli, Roma, Firenze, Venezia, Genova, Cadenabbia (Lago di Como) e Milano, con altre congregazioni (e.g. Bologna, Padova, Assisi) che si radunano per le loro liturgie in altre chiese.

Mentre storicamente le nostre chiese erano al servizio dei cittadini britannici di passaggio in Italia, oggigiorno le nostre congregazioni comprendono fedeli che provengono da molte nazioni.

La Chiesa di All Saints’ a Milano

La presenza anglicana a Milano risale alla metà dell’800, quando un gruppo di inglesi cominciò a riunirsi. Fino al 1897 le funzioni religiose si svolgevano presso la Chiesa di San Giovanni in Conca in Piazza Missori, ora demolita. Nel 1896, il Comune di Milano concesse alla comunità l’acquisto di un terreno in via Solferino su quale sorgeva un vecchio granaio, il quale fu in breve tempo restaurato e trasformato nell’attuale chiesa. Nel giorno di Ognissanti nel 1897, l’edificio era già pronto a servire come luogo di culto.

Negli anni 90 del ‘900, durante i due anni e mezzo necessari per i lavori di restauro, la comunità è stata ospitata presso la Scuola delle Suore Orsoline di Viale Majno, grazie alla disponibilità delle stesse Suore e all’appoggio della Curia di Milano.

La comunità attuale, che comprende più di 100 persone provenienti da almeno 12 diverse nazioni, è servita da un unico cappellano, il quale è responsabile inoltre delle chiese di Genova, di Varese e di Cadenabbia. Attualmente, la cappellana di All Saints’ ha anche l’incarico di Archdeacon (vicario generale) per l’Italia e Malta.

Ecumenismo

Uno degli aspetti che meglio definiscono la nostra comunità è l’apertura ecumenica pratica, dovuta in parte al nostro essere una comunità piuttosto piccole in Europa.  Questa apertura si manifesta nella nostra fraterna collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio ed con altre chiese per aiutare i senzatetto alla Stazione Garibaldi, nel Pranzo di Natale, e nel servizio al centro per i rifugiati presso il Memoriale della Shoah alla Stazione Centrale di Milano.

Dal punto di vista istituzionale, esiste inoltre a Roma il Centro Anglicano (The Anglican Centre in Rome), il quale funge da tramite tra la Chiesa Anglicana e la Santa Sede. E’ un centro di scambi culturali, con una biblioteca e un luogo d’incontro che costituiscono un importante punto di riferimento per chiunque desideri approfondire la propria conoscenza dell’anglicanesimo.