Gruppo di lavoro liturgico della Commissione luterano-cattolica sull'unità

Introduzione alla preghiera comune
per la commemorazione ecumenica
Preghiera comune
Questo ordinamento liturgico segna un momento
molto speciale nel cammino dal conflitto alla comunione
tra luterani e cattolici. Offre l’opportunità
di guardare al passato con gratitudine e confessione
e di guardare al futuro, impegnandoci alla testimonianza
comune e a continuare il nostro cammino
insieme. La commemorazione ecumenica dei 500
anni della Riforma riflette nella sua struttura liturgica
di fondo questo tema della gratitudine, del pentimento,
della testimonianza comune e dell’impegno,
come sviluppati in Dal conflitto alla comunione. La
commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma
nel 2017 della Commissione luterana – cattolica
romana sull’unità. Questi elementi della preghiera
comune rispecchiano la realtà della vita cristiana:
plasmati dalla parola di Dio, tutti sono inviati
nella testimonianza comune e nel servizio. In questa
commemorazione ecumenica particolare e unica, il
ringraziamento e il rammarico, la gioia e il pentimento
impregnano il canto e la preghiera mentre
commemoriamo i doni della Riforma e chiediamo
perdono per la divisione che abbiamo perpetuato.
Ringraziamento e rammarico, tuttavia, non si concludono
in sé: ci portano alla testimonianza comune
e all’impegno gli uni verso gli altri e per il mondo.
Una guida pratica
I ruoli nella preghiera comune
In tutta questa commemorazione ecumenica
sono indicati due ruoli: i celebranti e i lettori. I due
celebranti devono essere un luterano e un cattolico.
I due lettori devono essere un cattolico e un luterano.
I lettori e i celebranti non dovrebbero essere le
stesse persone.
Nella seconda metà della preghiera si potrebbero
coinvolgere altri lettori e guide per le preghiere d’intercessione.
Questi lettori non dovrebbero essere gli
stessi dei lettori principali o dei celebranti. Ospiti
ecumenici, se presenti, potranno essere invitati a
partecipare in questi diversi ruoli.
Istruzioni per la preghiera comune
Musica
I brani qui suggeriti sono riportati solo a titolo
di esempio. Sono pensati per un contesto multiculturale.
Ogni realtà e ogni lingua, ogni momento e
luogo troverà inni, canti e brani che svolgono nella
preghiera lo stesso ruolo di quelli suggeriti qui.
La scelta della musica appropriata deriva dall’aver
compreso la particolare funzione di un canto nella
liturgia.
Apertura
Il canto di apertura può essere un canto che ci
riunisce insieme nel ringraziamento e nel nome di
Dio uno e trino. Può essere o un inno classico noto
sia ai cattolici sia ai luterani, o un canto di recente
composizione. Ad esempio, «Lode all’Altissimo»
(«Lobe den Herren») o un canto più recente dal
Brasile, «Cantate al Signor» («Cantai ao Senhor»,
spagnolo «Cantad al Señor», inglese «O sing to the
Lord»).
Il dialogo di apertura include due opzioni. La
preghiera comunitaria inizia in vari modi. In alcune
regioni è prassi iniziare nel nome del Dio uno e
trino. In altri è più usuale cominciare a pregare con
l’invocazione: «Signore, apri le mie labbra», seguita
dall’invocazione del Dio uno e trino nella dossologia.
I celebranti salutano i partecipanti e li introducono
nell’azione liturgica centrale.
Un lettore legge il brano del documento di studio
Dal conflitto alla comunione, che afferma esplicitamente
che siamo riuniti insieme come cattolici e
luterani. Il passo comprende anche una lettura dalla
Scrittura (1Cor 12,26). Uno dei celebranti conclude
questa parte con una preghiera d’invocazione allo
Spirito Santo.
Dopo questo momento di apertura, l’assemblea
si unisce al canto e chiede allo Spirito di illuminare
i cuori e la preghiera. Canti che si adattano a questo
momento sono, ad esempio, «O living breath of
God / Soplo de Dios viviente» o «Gracious Spirit,
heed our pleading» o canti più meditativi nello stile
di Taizé (ad esempio «Veni Sancte Spiritus») o canti
come «Come Holy Spirit, descend on us» (Comunità
Iona).
Rendimento di grazie
Dopo l’apertura, guardiamo insieme al passato
riconoscenti e pentiti. Queste due parti iniziano
con letture e riflessioni da parte sia cattolica sia
luterana. La parte del ringraziamento si conclude
con una preghiera e un canto di ringraziamento.
Il pentimento diventa confessione, canto del salmo
130, promessa del perdono in Cristo e scambio della
pace.
La parte intitolata «Ringraziamento» esprime
la nostra gioia comune per i doni ricevuti e riscoperti
in vari modi attraverso il rinnovamento e gli
impulsi della Riforma. Dopo la preghiera di ringraziamento,
tutta l’assemblea partecipa al canto
di ringraziamento e di lode dell’opera di Dio. È
meglio usare qui canti di lode che siano noti a tutti.
Ad esempio:«Thanks be to you forever» (Marty
Haugen) o «To God our thanks we give» («Reamo
leboga», Botswana) o «Laudate Dominum» di
Taizé.
Pentimento
Dopo due letture che aiutano a contestualizzare
la confessione, i celebranti guidano l’assemblea
in una preghiera divisa in tre parti. Innanzitutto,
l’assemblea deplora il modo in cui anche positive
iniziative di riforma abbiano spesso avuto conseguenze
negative involontarie. Quindi riconosce la
colpa del passato. Infine confessa la propria connivenza
nel perpetuare le divisioni del passato e
costruire altri muri oggi. L’assemblea si unisce ai
celebranti rispondendo a ogni parte con il canto
«Kyrie eleison». Si recita quindi il salmo 130 («Dal
profondo»). Si consiglia di usare il salmo nella sua
interezza, piuttosto che una parafrasi. Sono disponibili
molte versioni cantate del salmo 130, tra cui
il canto piano che si trova nella maggior parte degli
innari o versioni più elaborate con antifone e
verso responsoriale (si vedano ad esempio quelli
composti da Gelineau, Farlee, Haugen, Joncas).
Al salmo segue la promessa del perdono in
Cristo, che è congiuntamente o alternativamente
pronunciata dai celebranti, i quali poi invitano
l’assemblea allo scambio della pace e alla riconciliazione.
Durante lo scambio della pace si può
cantare «Ubi Caritas» (Taizé). Questo canto è incentrato
sul tema dell’unità: Dio dimora là dove
sono carità e amore. Dal punto di vista pratico,
un canto ripetitivo come «Ubi Caritas» può essere
cantato per tutto il tempo necessario per lo scambio
della pace.
La testimonianza comune e l’impegno
Il ringraziamento e il pentimento conducono
l’assemblea alla testimonianza comune, all’impegno
e al servizio.
Dopo lo scambio della pace, l’assemblea ascolta
il Vangelo letto da uno dei lettori. Il Vangelo di Giovanni
15 pone Gesù Cristo al centro. Senza Cristo,
non possiamo fare nulla. In risposta alla lettura
del Vangelo, i celebranti pronunciano una omelia
a due voci (vedi note per l’omelia). L’assemblea
professa la propria fede comune con le parole del
Credo apostolico. Un canto guida ora l’assemblea
dall’ascolto della Parola a impegni molto specifici,
che derivano dai cinque imperativi che si trovano
nel documento Dal conflitto alla comunione. Questo
canto potrebbe portare l’attenzione dell’assemblea
a riflettere sul tema del servizio al mondo. Ad
esempio «Gott sei gelobet» (Lutero) o «Nel Verbo
tienici, Signor» («Lord keep us steadfast», «Erhalt
uns, Herr», Lutero) o «We all are one in mission»
(canto finlandese).
Nota: se il Credo è cantato, un altro canto potrebbe
non essere necessario a questo punto o potrebbe
essere cantato dopo che il celebrante ha
introdotto i cinque impegni («Il nostro cammino
ecumenico continua…».
I cinque imperativi o impegni sono annunciati
nell’assemblea. Alcuni giovani potrebbero leggere
gli impegni. Dopo ogni lettura, qualcuno (magari
bambini o famiglie, soprattutto famiglie nate da
matrimoni misti cattolico-luterani) accende una
delle cinque grandi candele che sono sull’altare o
ben disposte vicino all’altare. Il cero pasquale può
servire come luce principale con cui le altre cinque
candele sono accese, rispecchiando in questo modo
la lettura del Vangelo: senza Cristo, non possiamo
fare nulla. Il cero pasquale può anche essere posto
accanto al fonte battesimale. Dopo che i cinque impegni
sono stati letti, si canti un canto di luce. Per
esempio «Christ be our light» (Bernadette Farrell)
o «Come light, light of God» (Comunità di Grandchamp,
Svizzera) o «Kindle a flame» (Comunità
Iona) o «Within our darkness night», «Dans nos
obscurités» (Taizé).
L’assemblea prega. Le intercessioni sono rivolte
a Dio, la cui misericordia dura in eterno. Possono
essere adattate al momento e al luogo, aggiungendo
o preparando se necessario intercessioni che
fanno riferimento alla situazione locale e all’attualità
della situazione mondiale.
La preghiera conclusiva introduce alla preghiera
del Signore. La preghiera comune si conclude con
una preghiera di ringraziamento1 e una benedizione
pronunciate da entrambi i celebranti.
Il canto dopo la benedizione ci invia con gioia
al mondo. Se questa preghiera comune è iniziata
con un noto canto della tradizione, il canto d’invio
potrebbe essere un canto composto di recente che
guarda al futuro di Dio. Ad esempio se all’inizio
l’assemblea ha cantato «Lode all’Altissimo», ora potrebbe
finire con «Cantate al Signor».
Note per l’omelia
L’omelia dovrebbe soffermarsi sul legame tra
Gesù Cristo come centro e fondamento della Chiesa
(Gv 15) e la commemorazione dei 500 anni della
Riforma come parte del cammino Dal conflitto alla
comunione, portando l’assemblea riunita a un impegno
costante di testimonianza comune e servizio e
di preghiera per l’unità. La commemorazione della
Riforma dovrebbe essere una celebrazione di Gesù
Cristo, dal momento che i riformatori hanno inteso
come proprio compito principale indicare Cristo
come «via, verità e vita» e invitare le persone
alla fede in lui. È Cristo che deve essere celebrato.
Martin Lutero e gli altri riformatori hanno semplicemente
cercato di essere «testimoni di Cristo».
Poiché l’omelia o le due omelie non dovrebbero
essere troppo lunghe, il celebrante o i celebranti dovrebbero
concentrarsi su Giovanni 15 e il suo nesso
con il cammino Dal conflitto alla comunione come
descritto sopra. Temi di gratitudine e pentimento
evocati precedentemente nella celebrazione possono
essere citati come esemplificazioni, così come possono
essere menzionate esperienze vissute nelle rispettive
comunità. Tuttavia non ci dovrebbero essere
troppi elementi. L’omelia dovrebbe avere una linea
chiara: dovrebbe condurre a concentrarsi su Cristo,
sulla testimonianza a Cristo, sulla ricerca dell’unità
di una sola vite e sull’essere inviati al servizio comune
con e per gli altri in comunione con Cristo.
Il c. V di Dal conflitto alla comunione può essere
particolarmente utile nel definire una struttura per
un’omelia comune, dal momento che offre numerose
dichiarazioni sintetiche. I celebranti potranno anche
riflettere sui cinque imperativi che si trovano nel
c. VI, che potranno essere sviluppati con riferimenti
specifici al contesto locale. Il testo scritturistico è Gv
15,1-5.
– Cristo si definisce «la vera vite», ma una vite
non può essere senza tralci: Cristo non vuole essere
senza la Chiesa, come la Chiesa è nulla senza Cristo:
senza Cristo non possiamo far nulla.
– C’è solo una vera vite. Tutti i tralci sono tralci
di un’unica vite, e perciò sono chiamati all’unità.
Avvicinandoci a Cristo ci avviciniamo anche gli uni
agli altri. Il Vangelo di Giovanni si concentra sulla
comunione con Cristo, che è il volto della misericordia
del Padre.
– I rami non sono fini a sé stessi, ma servono
per portare frutto. Il frutto è duplice: testimonianza
e servizio. I credenti in Cristo e la Chiesa nella
sua interezza sono testimoni dei doni che sono stati
dati loro. Sono testimoni della vita con Cristo e della
salvezza per mezzo di Cristo. Il mondo, che costantemente
dimentica Dio, ha disperatamente bisogno
di questa testimonianza. In comunione con Cristo
siamo chiamati a servire gli altri come Cristo fa con
noi. Nel contesto attuale, un frutto importante dei
tralci è il loro anelito per l’unità, la ricerca dell’unità,
l’impegno a continuare il cammino verso l’unità.
L’immagine della vite e dei tralci è un’immagine cha
parla di crescita. Sul cammino ecumenico, noi ci
impegniamo a crescere, con tutto ciò che la crescita
comporta.
– I tralci sono in costante bisogno di essere potati:
Ecclesia semper reformanda. L’accento posto in Giovanni
15 sul portare frutto e la potatura dei rami ci
porta alla sfida di un auto-esame critico. Ciò permette
di ritornare all’elemento del pentimento nella celebrazione,
ma con un maggiore orientamento al futuro:
la chiamata sempre rinnovata alla conversione a
Cristo e al prossimo come superamento dell’egocentrismo
delle persone (e anche dell’egocentrismo delle
Chiese), attraverso la potenza dello Spirito Santo.
Qui gli imperativi possono offrire aiuto nel descrivere
questa chiamata alla conversione e all’unità.
– Al centro di questo testo è l’affermazione che
senza Cristo non possiamo fare nulla. Cristo è il
centro. Il nostro cammino verso la fede, il nostro
cammino comune, il nostro impegno alla testimonianza
comune e al servizio, tutto ha la sua origine
in Gesù Cristo.
– Questa comunione o relazione non è solo individuale,
ma comunitaria. È riflessa in un impegno e
una testimonianza comuni, in un comune obiettivo
e nel servizio per e con il mondo.
– «Essere uno» nell’obiettivo e nel servizio rende
testimonianza a Dio che è amore. «Che siano uno,
perché il mondo creda…» (Gv 17,21).
– Restare fedeli: rimanere in Cristo implica rimanere
nella comunione gli uni con gli altri. I buoni
frutti nascono quando si resta fedeli o quando si
resta in comunione, impegnati per la comunione e
la riconciliazione. Un albero buono si riconosce dai
buoni frutti. Un albero buono è l’albero che non è
diviso in se stesso.
Theo Dieter
Dirk Lange
Wolfgang Thonissen
Preghiera comune
Apertura
Canto introduttivo.
Celebrante I. Nel nome del Padre, (+) del Figlio e
dello Spirito Santo.
R. Amen.
C. Il Signore sia con voi!
R. E con il tuo spirito!
Altri dialoghi introduttivi possono essere usati, a
seconda del contesto e della lingua.
C. Signore, apri le mie labbra.
R. E la mia bocca proclami la tua lode.
C. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
R. Com’era in principio, ora e sempre, e nei secoli
dei secoli. Amen.
Celebrante I. Cari sorelle e fratelli in Cristo! Benvenuti
a questa preghiera ecumenica, che commemora
i 500 anni della Riforma. Da oltre 50 anni i
luterani e i cattolici sono in cammino dal conflitto
alla comunione. Con gioia siamo giunti a riconoscere
che ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci
divide. Durante questo cammino sono cresciute la
comprensione e la fiducia reciproche.
Celebrante II. Così possiamo riunirci oggi. Arriviamo
con pensieri diversi e sentimenti di ringraziamento
e di rammarico, gioia e pentimento, gioia
nel Vangelo e dolore per la divisione. Ci riuniamo
per commemorare nel ricordo, nel ringraziamento
e nella confessione, e nella testimonianza comune e
nell’impegno.
Lettore I. Nel documento Dal conflitto alla comunione
leggiamo: «La Chiesa è il corpo di Cristo.
Come vi è un solo Cristo, così egli ha anche un solo
corpo. Attraverso il battesimo gli esseri umani sono
resi membri di questo corpo» (n. 219; suppl. Regno-
doc. 11,2013,381). «Dal momento che cattolici
e luterani sono connessi gli uni con gli altri nel corpo
di Cristo in quanto sue membra, vale dunque per
loro quanto Paolo dice in 1Cor 12,26: “Se un membro
soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un
membro è onorato, tutte le membra gioiscono con
lui”. Ciò che riguarda un membro del corpo riguarda
anche tutte le altre membra. Per questa ragione,
quando ricordano gli eventi che hanno portato alla
peculiare costituzione delle loro Chiese, i cristiani
luterani non vogliono farlo senza i loro fratelli cristiani
cattolici. Nel commemorare insieme gli inizi
della Riforma, essi prendono sul serio il loro battesimo
» (n. 221; ivi).
Celebrante I. Preghiamo!
Momento di silenzio.
Cristo Gesù, Signore della Chiesa, manda il tuo
Spirito Santo! Illumina i nostri cuori e guarisci le
nostre memorie. O Spirito Santo, aiutaci a gioire
per i doni che la Chiesa ha ricevuto attraverso la
Riforma, preparaci al pentimento per i muri di divisione
che noi e i nostri antenati hanno costruito e
rendici capaci di testimonianza comune e servizio
nel mondo.
R. Amen.
Canto d’invocazione allo Spirito Santo.
Rendimento di grazie
Lettore I. Lettura da Dal conflitto alla comunione.
«I luterani sono grati nel loro cuore per quanto
Lutero e gli altri riformatori hanno reso loro accessibile:
la comprensione del Vangelo di Gesù Cristo
e la fede in lui; l’accesso al mistero del Dio trinitario
che dà se stesso a noi uomini in virtù della grazia e
che può essere accolto solo confidando pienamente
nella promessa divina; nella libertà e nella certezza
che il Vangelo crea; nell’amore che deriva dalla fede
e viene da essa risvegliato; nella speranza nella vita
e nella morte che viene dalla fede; e nel contatto
vivo con la sacra Scrittura, i catechismi e gli inni che
introducono nella vita la fede» (n. 225), nel sacerdozio
di tutti i credenti battezzati e nella chiamata alla
missione comune della Chiesa. «I luterani comprendono
anche che ciò per cui stanno ringraziando Dio
non è un dono che essi possono rivendicare solo per
se stessi. Essi desiderano condividere questo dono
con tutti gli altri cristiani» (n. 226; suppl. Regno-doc.
11,2013,382).
Lettore II. «Cattolici e luterani hanno in comune
una parte così ampia della fede che possono…
essere grati insieme» (n. 226). Incoraggiati dal concilio
Vaticano II, i cattolici «con gioia riconoscano
e stimino i valori veramente cristiani, promananti
dal comune patrimonio, che si trovano presso i
fratelli da noi separati. Riconoscere le ricchezze
di Cristo e le opere virtuose nella vita degli altri,
i quali rendono testimonianza a Cristo talora sino
all’effusione del sangue, è cosa giusta e salutare:
perché Dio è sempre mirabile e deve essere ammirato
nelle sue opere» (Unitatis redintegratio, n. 4;
EV 1/515). In questo spirito, cattolici e luterani si
abbracciano come sorelle e fratelli nel Signore. Insieme
gioiscono nei doni autenticamente cristiani
che entrambi hanno ricevuto e riscoperto in vario
modo attraverso il rinnovamento e gli impulsi della
Riforma. Questi doni sono motivo di rendimento
di grazie. «Il cammino ecumenico permette a luterani
e cattolici di apprezzare insieme le intuizioni
e l’esperienza spirituale di Martin Lutero riguardo
al Vangelo della giustizia di Dio, che è anche
misericordia di Dio» (n. 244; suppl. Regno-doc.
11,2013,384).
Celebrante I. Preghiamo!
Momento di silenzio.
Ti rendiamo grazie, o Dio, per le molte intuizioni
teologiche e spirituali determinanti che
abbiamo ricevuto attraverso la Riforma. Ti rendiamo
grazie per le trasformazioni positive e per
le riforme che sono state avviate dalla Riforma o
dalla reazione alle sfide che essa ha posto. Ti rendiamo
grazie per la proclamazione del Vangelo
che è avvenuta durante la Riforma, e che da allora
ha incoraggiato molte persone a vivere una vita di
fede in Gesù Cristo.
R. Amen.
Canto di ringraziamento.
Pentimento
Lettore I. «Se, da un lato, la commemorazione
del 2017 dà voce ed espressione alla gioia e alla gratitudine,
dall’altro deve anche lasciare spazio sia ai
luterani sia ai cattolici per sperimentare il dolore per
i fallimenti e le trasgressioni, la colpa e il peccato
nelle persone e negli eventi che vengono ricordati»
(n. 228; suppl. Regno-doc. 11,2013,382). «Nel XVI
secolo i cattolici e i luterani spesso non solo fraintendevano,
ma rappresentavano anche i loro avversari
in modo esagerato e caricaturale per farli sembrare
ridicoli, violando ripetutamente l’ottavo comandamento,
che proibisce di rendere una falsa testimonianza
contro il proprio prossimo» (n. 233; suppl.
Regno-doc. 11,2013,383).
Lettore II. Luterani e cattolici spesso si sono concentrati
su ciò che li divide piuttosto che su ciò che
li unisce. Hanno accettato la commistione del Van-
gelo con gli interessi economici e spirituali di chi era
al potere. I loro fallimenti sono stati la causa della
morte di centinaia di migliaia di persone. Famiglie
sono state spezzate, persone imprigionate e torturate,
guerre combattute e fede e religione strumentalizzate.
Esseri umani hanno sofferto, e la credibilità
del Vangelo è stata minacciata con conseguenze che
hanno ancora effetto su di noi oggi. Ci pentiamo
profondamente per le cose malvagie che cattolici e
luterani hanno compiuto gli uni contro gli altri.
Celebrante I. Preghiamo!
Momento di silenzio.
Celebrante II. O Dio di misericordia, ci pentiamo
perché persino buone azioni di riforma e rinnovamento
hanno spesso avuto conseguenze negative
non volute.
R. Kyrie eleison (Signore pietà).
Celebrante I. Portiamo davanti a te i pesi della
colpa del passato, quando i nostri antenati non hanno
seguito la tua volontà che tutti siano uno nella
verità del Vangelo
R. Christe eleison (Cristo pietà).
Celebrante II. Chiediamo perdono di fronte a te
per i nostri modi di pensare e agire che perpetuano
le divisioni del passato. Come comunità e come
singoli, costruiamo molti muri attorno a noi: muri
mentali, spirituali, fisici o politici, che portano alla
discriminazione e alla violenza. Perdonaci, Signore.
R. Kyrie eleison (Signore pietà).
Salmo 130. Il salmo può essere cantato o letto a
cori alterni.
Celebrante I e II (queste parole possono essere pronunciate
a turno dal celebrante I e II). Cristo è la via,
la verità e la vita. Egli è la nostra pace, che abbatte
i muri di divisione e ci dona, attraverso lo Spirito
Santo, di ricominciare sempre.
In Cristo riceviamo perdono e riconciliazione e
siamo rafforzati per la testimonianza fedele e comune
nel nostro tempo.
R. Amen.
La pace
Celebrante II. Che la pace di Cristo regni nei vostri
cuori, poiché come membra dell’unico corpo
siete chiamati alla pace. La pace di Cristo sia sempre
con voi!
R. E con il tuo spirito!
Celebrante I. Scambiamoci un segno di riconciliazione
e di pace.
Scambio della pace. Durante lo scambio della pace,
si può cantare «Ubi caritas» o un altro canto.
Vangelo
Lettore I. Mentre avanziamo nel nostro cammino
dal conflitto alla comunione, ascoltiamo il Vangelo
secondo Giovanni.
«Gesù disse ancora: “Io sono la vera vite. Il Padre
mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non
dà frutto, egli lo taglia e getta via, e i rami che danno
frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più
abbondanti. Voi siete già liberati grazie alla parola
che vi ho annunziato. Rimanete uniti a me, e io
rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar
frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure
voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. Io
sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a
me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me
non potete far nulla”» (Gv 15,1-5).
Vangelo del Signore!
R. Rendiamo grazie a Dio!
Omelia congiunta.
Celebrante I. Insieme professiamo la nostra fede.
Credo apostolico.
Canto.
Impegni: i cinque imperativi
Celebrante II. Il nostro cammino ecumenico continua.
In questa celebrazione ci impegniamo a crescere
nella comunione. Ci guidano i cinque imperativi
che si trovano nel documento Dal conflitto alla
comunione
Una grande candela è accesa dopo la lettura di
ciascuno impegno. La luce può essere ogni volta presa
dal cero pasquale. Si potrà chiedere a dei giovani di
leggere i cinque impegni e le candele possono accese
da bambini e famiglie. L’organo o un altro strumento
accompagnino l’accensione delle candele con la melodia
di canti come «In the Lord I’ll be ever thankful»
(Taizé) o un altro canto.
1. Il nostro primo impegno: cattolici e luterani
dovrebbero sempre partire dalla prospettiva dell’unità
e non dal punto di vista della divisione, al fine di
rafforzare ciò che hanno in comune, anche se è più
facile scorgere e sperimentare le differenze (n. 239;
suppl. Regno-doc. 11,2013,384).
Si accende una candela.
2. Il nostro secondo impegno: luterani e cattolici
devono lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro
con l’altro e dalla reciproca testimonianza di
fede (n. 240).
Si accende una candela.
5. Dio creatore, tutta la creazione geme nell’attesa;
convertici dallo sfruttamento, insegnaci a vivere
in armonia con la tua creazione. Mostraci la tua
misericordia!
R. Ascoltaci, o Signore!
6. Dio di misericordia, rafforza e proteggi coloro
che sono perseguitati per la loro fede in te, e coloro
di altre fedi che soffrono a causa della persecuzione.
Donaci il coraggio di confessare la nostra fede. La
tua misericordia dura per sempre.
R. Ascoltaci, o Signore!
7. Dio della vita, guarisci le memorie ferite, trasforma
ogni connivenza, indifferenza e ignoranza,
fa nascere in noi uno spirito di riconciliazione. Riportaci
a te e all’incontro reciproco. Mostraci la tua
misericordia!
R. Ascoltaci, o Signore!
8. Dio di amore, il tuo figlio Gesù rivela il mistero
d’amore tra noi, rafforza quell’unità che tu solo
puoi sostenere nonostante la nostra diversità. La tua
misericordia dura per sempre!
R. Ascoltaci, o Signore!
9. Dio, nostro sostegno, portaci insieme alla tua
mensa eucaristica, nutri in noi e fra di noi una comunione
radicata nel tuo amore. La tua misericordia
dura per sempre!
R. Ascoltaci, o Signore!
Celebrante II. Fiduciosi che tu o Dio ascolti le
nostre preghiere per i bisogni del mondo e perché
tutti i cristiani siano uniti nella loro testimonianza,
preghiamo come Gesù ci ha insegnato…
R. Padre nostro…
Celebrante I. Per tutto ciò che Dio può operare in
noi, per tutto ciò che Dio può operare senza di noi,
R. Rendiamo grazie a Dio!
Celebrante II. Per tutti coloro in cui Cristo ha abitato
prima di noi, per tutti coloro in cui Cristo vive
accanto a noi,
R. Rendiamo grazie a Dio!
Celebrante I. Per tutto ciò che lo Spirito ci vuole
donare, per dove lo Spirito ci vuole inviare,
R. Rendiamo grazie a Dio!
Celebranti (insieme). La benedizione di Dio, Padre,
Figlio e Spirito Santo sia con voi e sul vostro
cammino insieme, ora e sempre.
R. Amen.
Canto. Un altro canto potrà essere cantato o una
melodia suonata, durante l’uscita delle persone.
3. Il nostro terzo impegno: cattolici e luterani
dovrebbero di nuovo impegnarsi a ricercare l’unità
visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che
questo comporta come passi concreti, e a tendere
costantemente verso questo obiettivo (n. 241).
Si accende una candela.
4. Il nostro quarto impegno: luterani e cattolici
dovrebbero riscoprire congiuntamente la potenza del
Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo (n. 242).
Si accende una candela.
5. Il nostro quinto impegno: cattolici e luterani
dovrebbero rendere insieme testimonianza della
misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel
servizio al mondo (n. 243).
Si accende una candela.
Canto.
Preghiere d’intercessione
La persona che pronuncia le preghiere può essere
diversa dai precedenti lettori.
Celebrante I. «L’impegno ecumenico per l’unità
della Chiesa è a servizio non solo della Chiesa ma
anche del mondo, perché possa credere» (n. 243).
Preghiamo per il mondo, la Chiesa e tutti coloro che
sono nel bisogno.
1. Dio di misericordia, la tua bontà prevale lungo
tutta la storia. Apri i cuori di tutti perché ti trovino e
sperimentino la tua misericordia che dura in eterno.
R. Ascoltaci, o Signore!
2. Dio di pace, spezza ciò che è rigido, le barriere
che dividono, gli attaccamenti che impediscono la
riconciliazione. Porta la pace in questo mondo, specialmente
in (si indichino paesi, luoghi…). Riporta
l’unità tra di noi e mostraci la tua misericordia!
R. Ascoltaci, o Signore!
3. Dio di giustizia, che sani e redimi, guarisci
coloro che soffrono a causa di una malattia, della
povertà, dell’esclusione. Affretta la giustizia per coloro
che soffrono a causa del potere del male. Porta
nuova vita a tutti e mostraci la tua misericordia!
R. Ascoltaci, o Signore!
4. Dio, roccia e fortezza, proteggi i rifugiati, coloro
che non hanno casa né sicurezza, tutti i bambini
abbandonati. Aiutaci a difendere sempre la dignità
umana, mostraci la tua misericordia!
R. Ascoltaci, o Signore!