Gruppo di lavoro liturgico della Commissione luterano-cattolica sull'unità

1-125192

Introduzione alla preghiera comune

per la commemorazione ecumenica

 

Preghiera comune

 

Questo ordinamento liturgico segna un momento

molto speciale nel cammino dal conflitto alla comunione

tra luterani e cattolici. Offre l’opportunità

di guardare al passato con gratitudine e confessione

e di guardare al futuro, impegnandoci alla testimonianza

comune e a continuare il nostro cammino

insieme. La commemorazione ecumenica dei 500

anni della Riforma riflette nella sua struttura liturgica

di fondo questo tema della gratitudine, del pentimento,

della testimonianza comune e dell’impegno,

come sviluppati in Dal conflitto alla comunione. La

commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma

nel 2017 della Commissione luterana – cattolica

romana sull’unità. Questi elementi della preghiera

comune rispecchiano la realtà della vita cristiana:

plasmati dalla parola di Dio, tutti sono inviati

nella testimonianza comune e nel servizio. In questa

commemorazione ecumenica particolare e unica, il

ringraziamento e il rammarico, la gioia e il pentimento

impregnano il canto e la preghiera mentre

commemoriamo i doni della Riforma e chiediamo

perdono per la divisione che abbiamo perpetuato.

Ringraziamento e rammarico, tuttavia, non si concludono

in sé: ci portano alla testimonianza comune

e all’impegno gli uni verso gli altri e per il mondo.

 

Una guida pratica

 

I ruoli nella preghiera comune

In tutta questa commemorazione ecumenica

sono indicati due ruoli: i celebranti e i lettori. I due

celebranti devono essere un luterano e un cattolico.

I due lettori devono essere un cattolico e un luterano.

I lettori e i celebranti non dovrebbero essere le

stesse persone.

Nella seconda metà della preghiera si potrebbero

coinvolgere altri lettori e guide per le preghiere d’intercessione.

Questi lettori non dovrebbero essere gli

stessi dei lettori principali o dei celebranti. Ospiti

ecumenici, se presenti, potranno essere invitati a

partecipare in questi diversi ruoli.

 

Istruzioni per la preghiera comune

 

Musica

 

I brani qui suggeriti sono riportati solo a titolo

di esempio. Sono pensati per un contesto multiculturale.

Ogni realtà e ogni lingua, ogni momento e

luogo troverà inni, canti e brani che svolgono nella

preghiera lo stesso ruolo di quelli suggeriti qui.

La scelta della musica appropriata deriva dall’aver

compreso la particolare funzione di un canto nella

liturgia.

 

Apertura

 

Il canto di apertura può essere un canto che ci

riunisce insieme nel ringraziamento e nel nome di

Dio uno e trino. Può essere o un inno classico noto

sia ai cattolici sia ai luterani, o un canto di recente

composizione. Ad esempio, «Lode all’Altissimo»

(«Lobe den Herren») o un canto più recente dal

Brasile, «Cantate al Signor» («Cantai ao Senhor»,

spagnolo «Cantad al Señor», inglese «O sing to the

Lord»).

Il dialogo di apertura include due opzioni. La

preghiera comunitaria inizia in vari modi. In alcune

regioni è prassi iniziare nel nome del Dio uno e

trino. In altri è più usuale cominciare a pregare con

l’invocazione: «Signore, apri le mie labbra», seguita

dall’invocazione del Dio uno e trino nella dossologia.

I celebranti salutano i partecipanti e li introducono

nell’azione liturgica centrale.

Un lettore legge il brano del documento di studio

Dal conflitto alla comunione, che afferma esplicitamente

che siamo riuniti insieme come cattolici e

luterani. Il passo comprende anche una lettura dalla

Scrittura (1Cor 12,26). Uno dei celebranti conclude

questa parte con una preghiera d’invocazione allo

Spirito Santo.

Dopo questo momento di apertura, l’assemblea

si unisce al canto e chiede allo Spirito di illuminare

i cuori e la preghiera. Canti che si adattano a questo

momento sono, ad esempio, «O living breath of

God / Soplo de Dios viviente» o «Gracious Spirit,

heed our pleading» o canti più meditativi nello stile

di Taizé (ad esempio «Veni Sancte Spiritus») o canti

come «Come Holy Spirit, descend on us» (Comunità

Iona).

 

Rendimento di grazie

 

Dopo l’apertura, guardiamo insieme al passato

riconoscenti e pentiti. Queste due parti iniziano

con letture e riflessioni da parte sia cattolica sia

luterana. La parte del ringraziamento si conclude

con una preghiera e un canto di ringraziamento.

Il pentimento diventa confessione, canto del salmo

130, promessa del perdono in Cristo e scambio della

pace.

La parte intitolata «Ringraziamento» esprime

la nostra gioia comune per i doni ricevuti e riscoperti

in vari modi attraverso il rinnovamento e gli

impulsi della Riforma. Dopo la preghiera di ringraziamento,

tutta l’assemblea partecipa al canto

di ringraziamento e di lode dell’opera di Dio. È

meglio usare qui canti di lode che siano noti a tutti.

Ad esempio:«Thanks be to you forever» (Marty

Haugen) o «To God our thanks we give» («Reamo

leboga», Botswana) o «Laudate Dominum» di

Taizé.

 

Pentimento

 

Dopo due letture che aiutano a contestualizzare

la confessione, i celebranti guidano l’assemblea

in una preghiera divisa in tre parti. Innanzitutto,

l’assemblea deplora il modo in cui anche positive

iniziative di riforma abbiano spesso avuto conseguenze

negative involontarie. Quindi riconosce la

colpa del passato. Infine confessa la propria connivenza

nel perpetuare le divisioni del passato e

costruire altri muri oggi. L’assemblea si unisce ai

celebranti rispondendo a ogni parte con il canto

«Kyrie eleison». Si recita quindi il salmo 130 («Dal

profondo»). Si consiglia di usare il salmo nella sua

interezza, piuttosto che una parafrasi. Sono disponibili

molte versioni cantate del salmo 130, tra cui

il canto piano che si trova nella maggior parte degli

innari o versioni più elaborate con antifone e

verso responsoriale (si vedano ad esempio quelli

composti da Gelineau, Farlee, Haugen, Joncas).

Al salmo segue la promessa del perdono in

Cristo, che è congiuntamente o alternativamente

pronunciata dai celebranti, i quali poi invitano

l’assemblea allo scambio della pace e alla riconciliazione.

Durante lo scambio della pace si può

cantare «Ubi Caritas» (Taizé). Questo canto è incentrato

sul tema dell’unità: Dio dimora là dove

sono carità e amore. Dal punto di vista pratico,

un canto ripetitivo come «Ubi Caritas» può essere

cantato per tutto il tempo necessario per lo scambio

della pace.

 

La testimonianza comune e l’impegno

 

Il ringraziamento e il pentimento conducono

l’assemblea alla testimonianza comune, all’impegno

e al servizio.

Dopo lo scambio della pace, l’assemblea ascolta

il Vangelo letto da uno dei lettori. Il Vangelo di Giovanni

15 pone Gesù Cristo al centro. Senza Cristo,

non possiamo fare nulla. In risposta alla lettura

del Vangelo, i celebranti pronunciano una omelia

a due voci (vedi note per l’omelia). L’assemblea

professa la propria fede comune con le parole del

Credo apostolico. Un canto guida ora l’assemblea

dall’ascolto della Parola a impegni molto specifici,

che derivano dai cinque imperativi che si trovano

nel documento Dal conflitto alla comunione. Questo

canto potrebbe portare l’attenzione dell’assemblea

a riflettere sul tema del servizio al mondo. Ad

esempio «Gott sei gelobet» (Lutero) o «Nel Verbo

tienici, Signor» («Lord keep us steadfast», «Erhalt

uns, Herr», Lutero) o «We all are one in mission»

(canto finlandese).

Nota: se il Credo è cantato, un altro canto potrebbe

non essere necessario a questo punto o potrebbe

essere cantato dopo che il celebrante ha

introdotto i cinque impegni («Il nostro cammino

ecumenico continua…».

I cinque imperativi o impegni sono annunciati

nell’assemblea. Alcuni giovani potrebbero leggere

gli impegni. Dopo ogni lettura, qualcuno (magari

bambini o famiglie, soprattutto famiglie nate da

matrimoni misti cattolico-luterani) accende una

delle cinque grandi candele che sono sull’altare o

ben disposte vicino all’altare. Il cero pasquale può

servire come luce principale con cui le altre cinque

candele sono accese, rispecchiando in questo modo

la lettura del Vangelo: senza Cristo, non possiamo

fare nulla. Il cero pasquale può anche essere posto

accanto al fonte battesimale. Dopo che i cinque impegni

sono stati letti, si canti un canto di luce. Per

esempio «Christ be our light» (Bernadette Farrell)

o «Come light, light of God» (Comunità di Grandchamp,

Svizzera) o «Kindle a flame» (Comunità

Iona) o «Within our darkness night», «Dans nos

obscurités» (Taizé).

L’assemblea prega. Le intercessioni sono rivolte

a Dio, la cui misericordia dura in eterno. Possono

essere adattate al momento e al luogo, aggiungendo

o preparando se necessario intercessioni che

fanno riferimento alla situazione locale e all’attualità

della situazione mondiale.

La preghiera conclusiva introduce alla preghiera

del Signore. La preghiera comune si conclude con

una preghiera di ringraziamento1 e una benedizione

pronunciate da entrambi i celebranti.

Il canto dopo la benedizione ci invia con gioia

al mondo. Se questa preghiera comune è iniziata

con un noto canto della tradizione, il canto d’invio

potrebbe essere un canto composto di recente che

guarda al futuro di Dio. Ad esempio se all’inizio

l’assemblea ha cantato «Lode all’Altissimo», ora potrebbe

finire con «Cantate al Signor».

 

Note per l’omelia

 

L’omelia dovrebbe soffermarsi sul legame tra

Gesù Cristo come centro e fondamento della Chiesa

(Gv 15) e la commemorazione dei 500 anni della

Riforma come parte del cammino Dal conflitto alla

comunione, portando l’assemblea riunita a un impegno

costante di testimonianza comune e servizio e

di preghiera per l’unità. La commemorazione della

Riforma dovrebbe essere una celebrazione di Gesù

Cristo, dal momento che i riformatori hanno inteso

come proprio compito principale indicare Cristo

come «via, verità e vita» e invitare le persone

alla fede in lui. È Cristo che deve essere celebrato.

Martin Lutero e gli altri riformatori hanno semplicemente

cercato di essere «testimoni di Cristo».

Poiché l’omelia o le due omelie non dovrebbero

essere troppo lunghe, il celebrante o i celebranti dovrebbero

concentrarsi su Giovanni 15 e il suo nesso

con il cammino Dal conflitto alla comunione come

descritto sopra. Temi di gratitudine e pentimento

evocati precedentemente nella celebrazione possono

essere citati come esemplificazioni, così come possono

essere menzionate esperienze vissute nelle rispettive

comunità. Tuttavia non ci dovrebbero essere

troppi elementi. L’omelia dovrebbe avere una linea

chiara: dovrebbe condurre a concentrarsi su Cristo,

sulla testimonianza a Cristo, sulla ricerca dell’unità

di una sola vite e sull’essere inviati al servizio comune

con e per gli altri in comunione con Cristo.

Il c. V di Dal conflitto alla comunione può essere

particolarmente utile nel definire una struttura per

un’omelia comune, dal momento che offre numerose

dichiarazioni sintetiche. I celebranti potranno anche

riflettere sui cinque imperativi che si trovano nel

c. VI, che potranno essere sviluppati con riferimenti

specifici al contesto locale. Il testo scritturistico è Gv

15,1-5.

– Cristo si definisce «la vera vite», ma una vite

non può essere senza tralci: Cristo non vuole essere

senza la Chiesa, come la Chiesa è nulla senza Cristo:

senza Cristo non possiamo far nulla.

– C’è solo una vera vite. Tutti i tralci sono tralci

di un’unica vite, e perciò sono chiamati all’unità.

Avvicinandoci a Cristo ci avviciniamo anche gli uni

agli altri. Il Vangelo di Giovanni si concentra sulla

comunione con Cristo, che è il volto della misericordia

del Padre.

– I rami non sono fini a sé stessi, ma servono

per portare frutto. Il frutto è duplice: testimonianza

e servizio. I credenti in Cristo e la Chiesa nella

sua interezza sono testimoni dei doni che sono stati

dati loro. Sono testimoni della vita con Cristo e della

salvezza per mezzo di Cristo. Il mondo, che costantemente

dimentica Dio, ha disperatamente bisogno

di questa testimonianza. In comunione con Cristo

siamo chiamati a servire gli altri come Cristo fa con

noi. Nel contesto attuale, un frutto importante dei

tralci è il loro anelito per l’unità, la ricerca dell’unità,

l’impegno a continuare il cammino verso l’unità.

L’immagine della vite e dei tralci è un’immagine cha

parla di crescita. Sul cammino ecumenico, noi ci

impegniamo a crescere, con tutto ciò che la crescita

comporta.

– I tralci sono in costante bisogno di essere potati:

Ecclesia semper reformanda. L’accento posto in Giovanni

15 sul portare frutto e la potatura dei rami ci

porta alla sfida di un auto-esame critico. Ciò permette

di ritornare all’elemento del pentimento nella celebrazione,

ma con un maggiore orientamento al futuro:

la chiamata sempre rinnovata alla conversione a

Cristo e al prossimo come superamento dell’egocentrismo

delle persone (e anche dell’egocentrismo delle

Chiese), attraverso la potenza dello Spirito Santo.

Qui gli imperativi possono offrire aiuto nel descrivere

questa chiamata alla conversione e all’unità.

– Al centro di questo testo è l’affermazione che

senza Cristo non possiamo fare nulla. Cristo è il

centro. Il nostro cammino verso la fede, il nostro

cammino comune, il nostro impegno alla testimonianza

comune e al servizio, tutto ha la sua origine

in Gesù Cristo.

– Questa comunione o relazione non è solo individuale,

ma comunitaria. È riflessa in un impegno e

una testimonianza comuni, in un comune obiettivo

e nel servizio per e con il mondo.

– «Essere uno» nell’obiettivo e nel servizio rende

testimonianza a Dio che è amore. «Che siano uno,

perché il mondo creda…» (Gv 17,21).

– Restare fedeli: rimanere in Cristo implica rimanere

nella comunione gli uni con gli altri. I buoni

frutti nascono quando si resta fedeli o quando si

resta in comunione, impegnati per la comunione e

la riconciliazione. Un albero buono si riconosce dai

buoni frutti. Un albero buono è l’albero che non è

diviso in se stesso.

 

Theo Dieter

Dirk Lange

Wolfgang Thonissen

 

Preghiera comune

 

Apertura

 

Canto introduttivo.

Celebrante I. Nel nome del Padre, (+) del Figlio e

dello Spirito Santo.

R. Amen.

C. Il Signore sia con voi!

R. E con il tuo spirito!

Altri dialoghi introduttivi possono essere usati, a

seconda del contesto e della lingua.

C. Signore, apri le mie labbra.

R. E la mia bocca proclami la tua lode.

C. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

R. Com’era in principio, ora e sempre, e nei secoli

dei secoli. Amen.

Celebrante I. Cari sorelle e fratelli in Cristo! Benvenuti

a questa preghiera ecumenica, che commemora

i 500 anni della Riforma. Da oltre 50 anni i

luterani e i cattolici sono in cammino dal conflitto

alla comunione. Con gioia siamo giunti a riconoscere

che ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci

divide. Durante questo cammino sono cresciute la

comprensione e la fiducia reciproche.

Celebrante II. Così possiamo riunirci oggi. Arriviamo

con pensieri diversi e sentimenti di ringraziamento

e di rammarico, gioia e pentimento, gioia

nel Vangelo e dolore per la divisione. Ci riuniamo

per commemorare nel ricordo, nel ringraziamento

e nella confessione, e nella testimonianza comune e

nell’impegno.

Lettore I. Nel documento Dal conflitto alla comunione

leggiamo: «La Chiesa è il corpo di Cristo.

Come vi è un solo Cristo, così egli ha anche un solo

corpo. Attraverso il battesimo gli esseri umani sono

resi membri di questo corpo» (n. 219; suppl. Regno-

doc. 11,2013,381). «Dal momento che cattolici

e luterani sono connessi gli uni con gli altri nel corpo

di Cristo in quanto sue membra, vale dunque per

loro quanto Paolo dice in 1Cor 12,26: “Se un membro

soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un

membro è onorato, tutte le membra gioiscono con

lui”. Ciò che riguarda un membro del corpo riguarda

anche tutte le altre membra. Per questa ragione,

quando ricordano gli eventi che hanno portato alla

peculiare costituzione delle loro Chiese, i cristiani

luterani non vogliono farlo senza i loro fratelli cristiani

cattolici. Nel commemorare insieme gli inizi

della Riforma, essi prendono sul serio il loro battesimo

» (n. 221; ivi).

Celebrante I. Preghiamo!

Momento di silenzio.

Cristo Gesù, Signore della Chiesa, manda il tuo

Spirito Santo! Illumina i nostri cuori e guarisci le

nostre memorie. O Spirito Santo, aiutaci a gioire

per i doni che la Chiesa ha ricevuto attraverso la

Riforma, preparaci al pentimento per i muri di divisione

che noi e i nostri antenati hanno costruito e

rendici capaci di testimonianza comune e servizio

nel mondo.

R. Amen.

Canto d’invocazione allo Spirito Santo.

 

Rendimento di grazie

 

Lettore I. Lettura da Dal conflitto alla comunione.

«I luterani sono grati nel loro cuore per quanto

Lutero e gli altri riformatori hanno reso loro accessibile:

la comprensione del Vangelo di Gesù Cristo

e la fede in lui; l’accesso al mistero del Dio trinitario

che dà se stesso a noi uomini in virtù della grazia e

che può essere accolto solo confidando pienamente

nella promessa divina; nella libertà e nella certezza

che il Vangelo crea; nell’amore che deriva dalla fede

e viene da essa risvegliato; nella speranza nella vita

e nella morte che viene dalla fede; e nel contatto

vivo con la sacra Scrittura, i catechismi e gli inni che

introducono nella vita la fede» (n. 225), nel sacerdozio

di tutti i credenti battezzati e nella chiamata alla

missione comune della Chiesa. «I luterani comprendono

anche che ciò per cui stanno ringraziando Dio

non è un dono che essi possono rivendicare solo per

se stessi. Essi desiderano condividere questo dono

con tutti gli altri cristiani» (n. 226; suppl. Regno-doc.

11,2013,382).

Lettore II. «Cattolici e luterani hanno in comune

una parte così ampia della fede che possono…

essere grati insieme» (n. 226). Incoraggiati dal concilio

Vaticano II, i cattolici «con gioia riconoscano

e stimino i valori veramente cristiani, promananti

dal comune patrimonio, che si trovano presso i

fratelli da noi separati. Riconoscere le ricchezze

di Cristo e le opere virtuose nella vita degli altri,

i quali rendono testimonianza a Cristo talora sino

all’effusione del sangue, è cosa giusta e salutare:

perché Dio è sempre mirabile e deve essere ammirato

nelle sue opere» (Unitatis redintegratio, n. 4;

EV 1/515). In questo spirito, cattolici e luterani si

abbracciano come sorelle e fratelli nel Signore. Insieme

gioiscono nei doni autenticamente cristiani

che entrambi hanno ricevuto e riscoperto in vario

modo attraverso il rinnovamento e gli impulsi della

Riforma. Questi doni sono motivo di rendimento

di grazie. «Il cammino ecumenico permette a luterani

e cattolici di apprezzare insieme le intuizioni

e l’esperienza spirituale di Martin Lutero riguardo

al Vangelo della giustizia di Dio, che è anche

misericordia di Dio» (n. 244; suppl. Regno-doc.

11,2013,384).

Celebrante I. Preghiamo!

Momento di silenzio.

Ti rendiamo grazie, o Dio, per le molte intuizioni

teologiche e spirituali determinanti che

abbiamo ricevuto attraverso la Riforma. Ti rendiamo

grazie per le trasformazioni positive e per

le riforme che sono state avviate dalla Riforma o

dalla reazione alle sfide che essa ha posto. Ti rendiamo

grazie per la proclamazione del Vangelo

che è avvenuta durante la Riforma, e che da allora

ha incoraggiato molte persone a vivere una vita di

fede in Gesù Cristo.

R. Amen.

Canto di ringraziamento.

 

Pentimento

 

Lettore I. «Se, da un lato, la commemorazione

del 2017 dà voce ed espressione alla gioia e alla gratitudine,

dall’altro deve anche lasciare spazio sia ai

luterani sia ai cattolici per sperimentare il dolore per

i fallimenti e le trasgressioni, la colpa e il peccato

nelle persone e negli eventi che vengono ricordati»

(n. 228; suppl. Regno-doc. 11,2013,382). «Nel XVI

secolo i cattolici e i luterani spesso non solo fraintendevano,

ma rappresentavano anche i loro avversari

in modo esagerato e caricaturale per farli sembrare

ridicoli, violando ripetutamente l’ottavo comandamento,

che proibisce di rendere una falsa testimonianza

contro il proprio prossimo» (n. 233; suppl.

Regno-doc. 11,2013,383).

Lettore II. Luterani e cattolici spesso si sono concentrati

su ciò che li divide piuttosto che su ciò che

li unisce. Hanno accettato la commistione del Van-

gelo con gli interessi economici e spirituali di chi era

al potere. I loro fallimenti sono stati la causa della

morte di centinaia di migliaia di persone. Famiglie

sono state spezzate, persone imprigionate e torturate,

guerre combattute e fede e religione strumentalizzate.

Esseri umani hanno sofferto, e la credibilità

del Vangelo è stata minacciata con conseguenze che

hanno ancora effetto su di noi oggi. Ci pentiamo

profondamente per le cose malvagie che cattolici e

luterani hanno compiuto gli uni contro gli altri.

Celebrante I. Preghiamo!

Momento di silenzio.

Celebrante II. O Dio di misericordia, ci pentiamo

perché persino buone azioni di riforma e rinnovamento

hanno spesso avuto conseguenze negative

non volute.

R. Kyrie eleison (Signore pietà).

Celebrante I. Portiamo davanti a te i pesi della

colpa del passato, quando i nostri antenati non hanno

seguito la tua volontà che tutti siano uno nella

verità del Vangelo

R. Christe eleison (Cristo pietà).

Celebrante II. Chiediamo perdono di fronte a te

per i nostri modi di pensare e agire che perpetuano

le divisioni del passato. Come comunità e come

singoli, costruiamo molti muri attorno a noi: muri

mentali, spirituali, fisici o politici, che portano alla

discriminazione e alla violenza. Perdonaci, Signore.

R. Kyrie eleison (Signore pietà).

Salmo 130. Il salmo può essere cantato o letto a

cori alterni.

Celebrante I e II (queste parole possono essere pronunciate

a turno dal celebrante I e II). Cristo è la via,

la verità e la vita. Egli è la nostra pace, che abbatte

i muri di divisione e ci dona, attraverso lo Spirito

Santo, di ricominciare sempre.

In Cristo riceviamo perdono e riconciliazione e

siamo rafforzati per la testimonianza fedele e comune

nel nostro tempo.

R. Amen.

 

La pace

 

Celebrante II. Che la pace di Cristo regni nei vostri

cuori, poiché come membra dell’unico corpo

siete chiamati alla pace. La pace di Cristo sia sempre

con voi!

R. E con il tuo spirito!

Celebrante I. Scambiamoci un segno di riconciliazione

e di pace.

Scambio della pace. Durante lo scambio della pace,

si può cantare «Ubi caritas» o un altro canto.

 

Vangelo

 

Lettore I. Mentre avanziamo nel nostro cammino

dal conflitto alla comunione, ascoltiamo il Vangelo

secondo Giovanni.

«Gesù disse ancora: “Io sono la vera vite. Il Padre

mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non

dà frutto, egli lo taglia e getta via, e i rami che danno

frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più

abbondanti. Voi siete già liberati grazie alla parola

che vi ho annunziato. Rimanete uniti a me, e io

rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar

frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure

voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. Io

sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a

me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me

non potete far nulla”» (Gv 15,1-5).

Vangelo del Signore!

R. Rendiamo grazie a Dio!

Omelia congiunta.

Celebrante I. Insieme professiamo la nostra fede.

Credo apostolico.

Canto.

 

Impegni: i cinque imperativi

 

Celebrante II. Il nostro cammino ecumenico continua.

In questa celebrazione ci impegniamo a crescere

nella comunione. Ci guidano i cinque imperativi

che si trovano nel documento Dal conflitto alla

comunione

Una grande candela è accesa dopo la lettura di

ciascuno impegno. La luce può essere ogni volta presa

dal cero pasquale. Si potrà chiedere a dei giovani di

leggere i cinque impegni e le candele possono accese

da bambini e famiglie. L’organo o un altro strumento

accompagnino l’accensione delle candele con la melodia

di canti come «In the Lord I’ll be ever thankful»

(Taizé) o un altro canto.

1. Il nostro primo impegno: cattolici e luterani

dovrebbero sempre partire dalla prospettiva dell’unità

e non dal punto di vista della divisione, al fine di

rafforzare ciò che hanno in comune, anche se è più

facile scorgere e sperimentare le differenze (n. 239;

suppl. Regno-doc. 11,2013,384).

Si accende una candela.

2. Il nostro secondo impegno: luterani e cattolici

devono lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro

con l’altro e dalla reciproca testimonianza di

fede (n. 240).

Si accende una candela.

5. Dio creatore, tutta la creazione geme nell’attesa;

convertici dallo sfruttamento, insegnaci a vivere

in armonia con la tua creazione. Mostraci la tua

misericordia!

R. Ascoltaci, o Signore!

6. Dio di misericordia, rafforza e proteggi coloro

che sono perseguitati per la loro fede in te, e coloro

di altre fedi che soffrono a causa della persecuzione.

Donaci il coraggio di confessare la nostra fede. La

tua misericordia dura per sempre.

R. Ascoltaci, o Signore!

7. Dio della vita, guarisci le memorie ferite, trasforma

ogni connivenza, indifferenza e ignoranza,

fa nascere in noi uno spirito di riconciliazione. Riportaci

a te e all’incontro reciproco. Mostraci la tua

misericordia!

R. Ascoltaci, o Signore!

8. Dio di amore, il tuo figlio Gesù rivela il mistero

d’amore tra noi, rafforza quell’unità che tu solo

puoi sostenere nonostante la nostra diversità. La tua

misericordia dura per sempre!

R. Ascoltaci, o Signore!

9. Dio, nostro sostegno, portaci insieme alla tua

mensa eucaristica, nutri in noi e fra di noi una comunione

radicata nel tuo amore. La tua misericordia

dura per sempre!

R. Ascoltaci, o Signore!

Celebrante II. Fiduciosi che tu o Dio ascolti le

nostre preghiere per i bisogni del mondo e perché

tutti i cristiani siano uniti nella loro testimonianza,

preghiamo come Gesù ci ha insegnato…

R. Padre nostro…

Celebrante I. Per tutto ciò che Dio può operare in

noi, per tutto ciò che Dio può operare senza di noi,

R. Rendiamo grazie a Dio!

Celebrante II. Per tutti coloro in cui Cristo ha abitato

prima di noi, per tutti coloro in cui Cristo vive

accanto a noi,

R. Rendiamo grazie a Dio!

Celebrante I. Per tutto ciò che lo Spirito ci vuole

donare, per dove lo Spirito ci vuole inviare,

R. Rendiamo grazie a Dio!

Celebranti (insieme). La benedizione di Dio, Padre,

Figlio e Spirito Santo sia con voi e sul vostro

cammino insieme, ora e sempre.

R. Amen.

Canto. Un altro canto potrà essere cantato o una

melodia suonata, durante l’uscita delle persone.

3. Il nostro terzo impegno: cattolici e luterani

dovrebbero di nuovo impegnarsi a ricercare l’unità

visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che

questo comporta come passi concreti, e a tendere

costantemente verso questo obiettivo (n. 241).

Si accende una candela.

4. Il nostro quarto impegno: luterani e cattolici

dovrebbero riscoprire congiuntamente la potenza del

Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo (n. 242).

Si accende una candela.

5. Il nostro quinto impegno: cattolici e luterani

dovrebbero rendere insieme testimonianza della

misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel

servizio al mondo (n. 243).

Si accende una candela.

Canto.

 

Preghiere d’intercessione

 

La persona che pronuncia le preghiere può essere

diversa dai precedenti lettori.

Celebrante I. «L’impegno ecumenico per l’unità

della Chiesa è a servizio non solo della Chiesa ma

anche del mondo, perché possa credere» (n. 243).

Preghiamo per il mondo, la Chiesa e tutti coloro che

sono nel bisogno.

1. Dio di misericordia, la tua bontà prevale lungo

tutta la storia. Apri i cuori di tutti perché ti trovino e

sperimentino la tua misericordia che dura in eterno.

R. Ascoltaci, o Signore!

2. Dio di pace, spezza ciò che è rigido, le barriere

che dividono, gli attaccamenti che impediscono la

riconciliazione. Porta la pace in questo mondo, specialmente

in (si indichino paesi, luoghi…). Riporta

l’unità tra di noi e mostraci la tua misericordia!

R. Ascoltaci, o Signore!

3. Dio di giustizia, che sani e redimi, guarisci

coloro che soffrono a causa di una malattia, della

povertà, dell’esclusione. Affretta la giustizia per coloro

che soffrono a causa del potere del male. Porta

nuova vita a tutti e mostraci la tua misericordia!

R. Ascoltaci, o Signore!

4. Dio, roccia e fortezza, proteggi i rifugiati, coloro

che non hanno casa né sicurezza, tutti i bambini

abbandonati. Aiutaci a difendere sempre la dignità

umana, mostraci la tua misericordia!

R. Ascoltaci, o Signore!