Aperta la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

I muri sono fatti per essere abbattuti. E’ questa la convinzione che è nata nel cuore di chi mercoledì 18 gennaio ha partecipato alla cerimonia di apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani organizzata dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM) nella Chiesa Cristiana Protestante (Luterana e Riformata) di via Marco de Marchi.

 

L’effetto più seriamente e drammaticamente coreografico , infatti, è stato la costruzione di un muro di mattoni, cadenzata dall’elenco delle colpe che storicamente hanno accompagnato le crisi all’interno del corpo ecclesiale: odio e disprezzo, persecuzione, intolleranza, offesa, divisione, diffidenza. Kyrie eleison: Signore pietà.

 

E man mano che la preghiera procedeva, saliva la richiesta a Dio per un aiuto a sviluppare – tutti insieme – gli anticorpi: fiducia, riconciliazione, comunione, rispetto. Il muro intanto si trasformava nella Croce di Cristo.

 

Il tema che quest’anno ispira e dà direzione alla Settimana, infatti, è “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”, tratto dalla seconda lettera dell’Apostolo Paolo ai cristiani di Corinto.

 

Apertura con i saluti della pastora della Chiesa ospitante Nora Foeth e del presidente del CCCM, il pastore Giuseppe Platone della Chiesa valdese.

 

Celebrazione autenticamente ecumenica, presieduta dall’arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola (a cui era affidata anche l’omelia), dall’archimandrita greco-ortodosso Vitsos Theofilactos, e dalla pastora battista Anna Maffei. L’intera liturgia è stata pensata e sviluppata con attenzione alle diverse presenze, con le letture affidate a ministri e appartenenti delle varie confessioni, compito che ciascuno ha svolto secondo sfumature caratteristiche della propria tradizione. E così si sono ascoltate le parole del profeta Ezechiele (il cuore nuovo al posto del cuore di pietra), dell’Apostolo Paolo (l’affidamento agli uomini dell’annuncio della riconciliazione), dell’evangelista Luca (la parabola del padre misericordioso).

 

Il Credo di Nicea-Costantinopoli e il Padre Nostro recitati insieme hanno lasciato un segno importante di confessione comune, mentre l’aspetto musicale, di grande efficacia e bellezza, è stato curato dalla Mailaender Kantorei della Chiesa luterana e dal coro della Chiesa ortodossa russa.

E’ vero, i muri si moltiplicano anche ai nostri giorni. Compito delle Chiese cristiane – impegnate nel cammino verso una più perfetta unità nella diversità – è di annunciare Gesù e la sua Buona Notizia, la gioia del Vangelo. Da qui la richiesta al Signore della grazia del lavorare insieme, per testimoniare nel mondo la speranza – che si fa certezza – di abbattere barriere e divisioni.

 

Prossimo appuntamento ecumenicamente importante, il sabato di Pentecoste, 3 giugno, per commemorare insieme la Riforma, nel 500.mo anniversario.

 

Piergiorgio Acquaviva