La comunità luterana di Milano accoglie ufficialmente il 28 settembre la sua nuova pastora che già vive a Milano e ben conosce la realtà cittadina. Maggiore integrazione nel tessuto sociale ed ecumenico della città è un obiettivo pastorale

di Rosangela Vegetti

La pastora Nora Foeth si presenta

Il pastore Eckert, allo scadere del suo incarico ministeriale a Milano, è rientrato in Germania e la Chiesa luterana ha ora la pastora Nora Foeth al servizio pastorale della comunità che si estende su ampia parte della Lombardia e si presenta sempre più diversificata nei suoi componenti. Eventi importanti sono al’orizzonte: l’EXPO, i 150 anni della Chiesa protestante di via De Marchi, e il prossimo 2017 la ricorrenza dei 500 anni della Riforma. Ma la pastora Foeth ben conosce la città perchè è sposata a un italiano, e qui vi vive da 16 anni; originaria della Bassa Sassonia, in Germania ha svolto i suoi studi e compiuto la sua formazione di pastora, poi è venuta a Milano con la famiglia. «Ho seguito la comunità luterana in Milano collaborando in molte occasioni di servizio pastorale, ma prevalentemente ho svolto il mio compito familiare e un impegno di lavoro nella scuola con un incarico di lettrice di tedesco in scuole superiori. Ora sono a pieno titolo pastora della Chiesa luterana in Italia e sono incaricata del ministero qui a Milano». Il 28 settembre  alle ore 15 (via Marco De Marchi 9 – Milano – tel. 02.6552858) si svolgerà la cerimonia ufficiale di insediamento della pastora Foeth.

«Al momento non sono ancora fissati dei programmi pastorali, però penso – afferma la pastora – che un aspetto importante da affrontare sia la maggior integrazione della nostra popolazione nel tessuto socio-culturale cittadino e italiano in genere. Infatti, se finora siamo stati un po’ come un’isola nel territorio, legati alle nostre origini e identità tedesche, ora non possiamo più rimanere in questa situazione perchè i nostri giovani, pur riconoscendo le loro origini germaniche, sono in pieno cittadini italiani, tanto che ormai parecchi non usano più la lingua tedesca ma solo l’italiano. Se già noi svolgiamo il catechismo e il culto in tedesco e italiano, adesso dobbiamo curare di più questa necessità di legami solidi con la realtà identitaria italiana. Siamo una minoranza, sì, ma non più distinta dal resto della popolazione italiana. Molti ponti devono unire questa nostra isola al resto della terraferma. Questo è programma non da poco e ci spinge ad istaurare maggiori legami con il territorio proprio a partire da un inserimento sociale e culturale di più ampia portata». Di qui l’interesse e l’apertura ecumenica che vada oltre la condivisione esistente con la Chiesa Riformata, che condivide già da parecchi anni la storia della chiesa di via De Marchi, e si proponga alle altre Chiese del territorio (cattolica, battista e metodista), oltre alla partecipazione attiva al Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano.