Già nel titolo manifesta un ruolo di testimone autorevole che rimanda al primo millennio, quando le Chiese d’Occidente e d’Oriente erano ancora indivise

di Rosangela VEGETTI

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Milano si appresta a ricevere un ospite di grande rilievo per la sua personalità internazionale e per il significato storico che porta con sé nella vita delle Chiese cristiane dell’Oriente e dell’Occidente: Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e Patriarca ecumenico.

Già nel suo titolo manifesta un ruolo di primo piano e di testimone della storia millenaria della Chiesa, un ritorno al primo millennio, a quando le Chiese d’Occidente e d’Oriente erano ancora indivise. Allora cinque patriarcati governavano assieme l’ecumene cristiana: Roma, Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme e Alessandria d’Egitto; il Papa di Roma, fra loro, era primus inter pares, l’autorità era condivisa e il suo ruolo risaltava solo nei momenti più difficili, quando veniva interpellato per dirimere questioni fondamentali e comuni a tutti.

Oggi il Patriarca Bartolomeo è primus inter pares nel mondo ortodosso, e ha il ruolo di coordinamento della Chiesa ortodossa con particolare attenzione alle comunità della diaspora, cioè ai fedeli ortodossi diffusi nei Paesi del mondo. Costantinopoli è denominata la “Nuova Roma” a partire dal 1054, allorché Occidente e Oriente si divisero a seguito del Grande Scisma, in seguito al quale quella che fu la Chiesa di Stato dell’Impero romano vide la sua parte orientale e quella occidentale dividere le strade definitivamente, dopo secoli di controversie. E così Costantinopoli è divenuto il nuovo centro della cristianità orientale e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, ma questo è un primato di onore. L’attuale patriarca è Bartolomeo I – al secolo Dimitrios Archondonis – e la sede del Patriarcato è la cattedrale di Sant’Andrea Protocleto, nel quartiere greco di Istanbul.

Bartolomeo è del 1940, nato in Turchia, persona di alta cultura e spiritualità; ha studiato all’Università Gregoriana di Roma, all’Istituto Ecumenico di Bossey in Svizzera e all’Università di Monaco di Baviera, conosce il greco, il turco, il latino, l’italiano, il francese, l’inglese e il tedesco. Numerose sono state le sue visite in varie città d’Italia e intensi rapporti mantiene con personalità italiane. «Bartolomeo da molti anni svolge il compito di dialogo e di incontro tra le Chiese – spiega l’Archimandrita ortodosso greco di Milano, Teofilatto – ha visto gli inizi dell’ecumenismo con il patriarca Atenagora, ed è stato collaboratore del precedente patriarca Demetrios, quindi conosce bene la situazione, e guarda con occhio aperto e attento le situazioni del mondo. Questa è la seconda sua venuta a Milano. Sarà una visita e un incontro importanti per la città dato che ci sarà il dialogo a due voci con il cardinale Scola, insieme potranno dare testimonianza della Chiesa dei primi secoli e donare l’arricchimento che sempre viene dall’incontro con la cultura e la cristianità orientale e la teologia occidentale».