I leader delle principali religioni del mondo hanno firmato un documento in cui si impegnano ad accogliere lo straniero, il rifugiato, ogni persona, nello stesso modo in cui desidererebbero essere accolti dagli altri in analoghe condizioni

Accogliere lo straniero è un valore fondamentale di ogni religione

Nel dicembre 2012, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, ha organizzato un dialogo sul tema «Fede e protezione» con leader religiosi e organizzazioni non governative aventi un’ispirazione confessionale. L’impegno delle religioni era richiesto proprio come fondamento delle norme a fondo umanitario e in risposta alle domande di soccorso e solidarietà da parte di quanti oggi soffrono situazioni di pericolo e difficoltà.

 A conclusione di quell’incontro l’Alto Commissario chiese formalmente ai partecipanti di creare una task force per elaborare un codice di condotta che desse le linee di fondo per l’accoglienza dei migranti, dei rifugiati di quanti sono costretti a lasciare il loro Paese, e per un lotta comune contro ogni forma di xenofobia. All’inizio dei lavori l’Hebrew Immigrant Aid Society (Hias) generosamente si è offerto di svolgere il ruolo di segreteria organizzativa e di preparare una prima bozza. Successivamente, Lutheran World Federation, World Council of Churches, World Evangelical Alliance, Islamic Relief, World Vision International, Religions for Peace e Jesuit Refugee Service si sono attivati per la stesura effettiva del documento, che si è realizzata cercando sempre il consenso di tutti. Alla fine, i leaders delle religioni del mondo hanno apposto la loro firma, in occasione di una Conferenza internazionale a Vienna, il 21 novembre 2013, impegnandosi a far proprio il valore dell’accoglienza.

E’ il primo documento di tal genere che unisce tutte le religioni sullo stesso tema. “Come sacerdote – ha affermato il gesuita statunitense Michael Gallagher che ha partecipato ai lavori per la stesura del documento-, sottoscrivendo questo documento mi impegno, ad esempio, a non predicare odio contro altre religioni nelle mie omelie. Credo sia un passo fondamentale da compiere. Se venisse fatto da tutti i ministri di culto, monaci, imam, rabbini, pastori, ci sarebbe qualche speranza per la pace. O perlomeno verrebbe fatta chiarezza sul fatto che denigrare gli altri basandosi sulla religione non è accettabile”.