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Principale attività della Chiesa è il Culto domenicale. Esso è costituito da preghiere, confessione del peccato e annuncio del perdono, letture bibliche, predicazione, celebrazione della Cena del Signore, raccolta delle offerte e benedizione.
Il Culto è guidato da una pastora o un pastore oppure da predicatori, uomini e donne, che svolgono localmente il ministero della predicazione.
Nella Chiesa metodista non vi sono festività particolari diverse dalle festività del calendario cristiano (Avvento, Natale, Venerdì Santo, Pasqua e Pentecoste).
Un Culto speciale celebrato la prima domenica dell’anno è chiamato “Culto per il Rinnovamento del Patto”. Di fronte alle difficoltà che incontrava il movimento metodista agli inizi, John Wesley si convinse della necessità di istituire, nelle nascenti comunità, un atto particolarmente significativo mediante il quale i convertiti potessero rinnovare l’impegno assunto al momento della loro conversione, richiamandosi al patto che a suo tempo Dio aveva stabilito con il suo popolo e che aveva rinnovato in Cristo.
Nel 1755 egli fu in grado di tenere pubblicamente il primo di questi culti solenni che furono appunto chiamati “di rinnovamento del patto”.
Secondo l’opinione di alcuni studiosi, tra i quali Lord John Russel (autore di un’opera di due volumi del 1830 su “La situazione europea dopo la pace di Utrecht”), il fatto che le “società” metodiste si riconoscessero ogni anno in un patto con Dio, fu tra le ragioni che determinarono il successo del metodismo e quindi l’influsso positivo che esso esercitò all’interno della compagine sociale. La liturgia usata da Wesley in quell’occasione, rimase per lungo tempo comunemente impiegata nelle chiese metodiste. L’ultima versione appare nel “Methodist Service Book” approvato dalla Conferenza Metodista del 1947.