Il saluto dell'Arcivescovo al Patriarca di Costantinopoli, giunto questa mattina in città e ricevuto in Curia dal cardinale Scola insieme alla delegazione ortodossa: «Siate i benvenuti nelle terre di Ambrogio»

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«Vi accolgo come dono del Signore in questa visita alla Chiesa di Dio che è in Milano. Siate i benvenuti nelle terre di Ambrogio, in cui già vivono molti fedeli della Vostra Chiesa, il Santo venerato dai fedeli delle nostre Chiese, sia in Oriente sia in Occidente, come Padre della Chiesa e Maestro della comune fede cristiana»: così l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha accolto in Curia il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e la delegazione ortodossa da lui guidata, giunti questa mattina a Milano.

Bartolomeo I è arrivato all’aeroporto di Malpensa, dove è stato accolto dal Vicario generale, monsignor Mario Delpini – in rappresentanza dell’Arcivescovo, impegnato nell’incontro in Curia col Patriarca copto d’Egitto Tawadros II -, insieme a una delegazione della Chiesa ambrosiana e ai rappresentanti delle autorità civili. Successivamente il Patriarca e la delegazione ortodossa sono stati ricevuti ufficialmente in Arcivescovado dal cardinale Scola.

La visita di Bartolomeo è il momento culminante delle celebrazioni dei 1700 anni dell’Editto di Milano e dell’inizio della libertà religiosa in Occidente, e l’Arcivescovo – nel suo saluto – non ha mancato di sottolineare la portata storica di quell’avvenimento: «Noi oggi vi leggiamo l’inizio aurorale della più recente presa di coscienza di un principio supremo: la libertà religiosa quale diritto inalienabile della dignità della persona umana. E proprio la necessità di difendere e promuovere la libertà religiosa nelle società plurali del mondo contemporaneo sarà al centro della nostra attenzione in questi giorni della Vostra visita». E ha poi aggiunto: «È soprattutto la fecondità della memoria sotto il profilo ecclesiale ed ecumenico che ci sta a cuore. E proprio da questo punto di vista l’incontro con Vostra Santità è quello più atteso e più significativo di questo centenario».

Le parole del Patriarca

Bartolomeo I ha ricordato che, a partire dalla firma a Milano dell’Editto, «si sono realizzate per l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso spirituale dell’umanità. Sono state poste le basi per il riconoscimento dei fondamenti dei diritti umani; ed è stata stabilita per la prima volta sotto forma di legge, come principio, la libertà religiosa». Ha proseguito Bartolomeo: «La libertà per ognuno di credere in Dio o di rifiutarlo non è semplicemente un diritto umano, ma prima di tutto una smisurata condiscendenza di Dio, il Quale per amore indescrivibile rispetta così tanto la libertà dell’uomo fino a tollerarne perfino il rifiuto arrogante di questi».

«Per tanto in debito verso la storia dell’Europa, verso la storia di tutto il mondo, ci troviamo in questa storica città – ha detto il Patriarca – rispondendo al Vostro Invito, Eminentissimo fratello Cardinale Signor Scola e prendiamo parte ai festeggiamenti per l’anniversario di quella storica svolta, che rappresenta una tappa  e un punto di riferimento, – lo ripetiamo -, nel cammino dell’umanità e nella vita della Chiesa». Secondo Bartolomeo questo anniversario non è solo motivo di festeggiamenti, ma principalmente una «responsabilità di noi guide spirituali, davanti all’umanità e al mondo; è l’annuncio o il ri-annuncio della verità, che la nostra fede è viva e non una macchinazione ideologica e una teoria umana; non è un “cibo e bevanda consumati”, ma è vita».

Nel pomeriggio Bartolomeo I e la delegazione ortodossa si recheranno in visita privata alla Comunità di Bose.