...proseguendo un ecumenismo possibile...

<<La consolazione che deriva dal fatto di incontrare fratelli nella fede è un guadagno comune. Come con la luce del fuoco: se uno raduna molte lampade,ne ottiene un grande splendore. Così avviene anche di noi cristiani: sparpagliati, ciascuno per proprio conto, ci sentiamo scoraggiati; ma quando ci incontriamo gli uni gli altri insieme, ne abbiamo grande consolazione>> (Giovanni Crisostomo Commento alla Lettera ai Romani)

Ci accingiamo ad assumere il compito di Comitato di Presidenza in spirito di servizio ringraziando, anzitutto, chi ci ha preceduto nel delicato ruolo di Presidente, il pastore Giuseppe Platone, che con passione e tenacia ben note si è speso -non solo peraltro nell’ultimo anno- per far crescere la comunione tra le nostre Chiese.

Ringraziamo, altresì, il sempre indispensabile apporto dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo dell’Arcidiocesi ambrosiana al nostro lavoro comune.

Durante il periodo estivo hanno raggiunto la casa del Padre, S. E. Card. Dionigi Tettamanzi e S. E. il vescovo copto, Anba Kirolos, che – a titolo diverso- tanto si sono spesi per la causa ecumenica. Vorremmo ricordarli in due distinte nostre sedute assembleari.

Come ci ricordava la relazione finale del giugno scorso, il contesto sociale (locale, nazionale e internazionale) che ospita il nostro lavoro ecumenico non favorisce sempre e ovunque l’accoglienza delle diversità e il dialogo costruttivo. Tuttavia, come ci sottolineava anche nella sua intensa omelia di congedo il card. Angelo Scola, <<ho potuto vedere non pochi elementi di risveglio. [..] mi è impossibile tacere della Milano che mantiene la sua grande capacità di accoglienza, al di là di comprensibili sacche di paura […] ha sviluppato il gusto del paragone e del confronto tra quanti praticano diverse visioni del mondo>>. Dialogare, dunque, oggi è un’evidente e urgente necessità per la stessa vita civile e sociale. Anche per questo, siamo chiamati a proseguire questa importante esperienza mettendoci tutti in ascolto con umiltà dello Spirito che agisce nei cuori dei battezzati, infonde in noi il senso di una reciproca e fraterna appartenenza e tutti ci vincola nell’unica Chiesa di Cristo. Il nostro comune impegno non può che nascere proprio da una sorta di sguardo contemplativo, dallo stupore della comunione che già abbiamo in Lui.

L’approfondimento fatto in alcune nostre sedute con alcuni “storici” protagonisti del fondamentale documento della Charta Oecumenica a 15 anni dalla sua sottoscrizione ci ha fatto comprendere come certi obiettivi scritti allora debbano sempre essere rimodulati proprio in ascolto della perenne novità di cui ci arricchisce lo Spirito. Grandi e, per certi versi inedite, sono le sfide che le nostre Chiese devono affrontare e le risposte possono essere ricercate solo insieme all’interno dei differenti contesti.

Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM) festeggia nel 2018 una tappa importante e per certi versi impensata all’inizio: 20 anni di vita. Non vogliamo che questo anniversario sia vissuto in chiave di una celebrativa quanto sterile autoreferenzialità ma che diventi occasione per riscoprire le radici che portarono alla nascita del Consiglio in un’ottica rivolta al futuro e allo sviluppo del movimento ecumenico a Milano. Sarebbe significativo se riuscissimo a fare memoria di questo anniversario nell’ambito degli eventi organizzati per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, all’interno della quale fu costituito il Consiglio nel gennaio del 1998. In quest’ottica potrebbe essere ricompreso l’avvio dell’ipotizzato progetto di studio sulla storia del Consiglio stesso proposto da Giorgio Del Zanna.

Un’altra data importante che ricorre nel 2018 è quella dei 70 anni del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) a cui dedicheremo un box apposito nel nostro prossimo Calendario Ecumenico.

Avremo tra poco a disposizione per il secondo anno lo strumento del Calendario Ecumenico, reso ancora una volta possibile dal paziente e generoso lavoro della Commissione Informazione. In continuità con l’esperienza avviata lo scorso anno, ogni seduta assembleare vorremmo che iniziasse ricordando le feste (liturgiche e non) delle nostre varie Chiese in quel mese, dando però di volta in volta la parola ad un membro di chiesa che ci illustri la festa della sua comunità. Siamo convinti che solo l’attenzione e l’ospitalità reciproche gli uni per gli altri, possono farci veramente far crescere come “comunione di Chiese”.

L’ecumenismo si nutre anche di rapporti bilaterali; in continuità con un suggerimento formulato nella relazione dello scorso giugno, l’intrecciarsi di rapporti tra comunità territorialmente vicine potrebbe avere anche una ricaduta positiva sulla maggiore presenza di alcune Chiese all’attività del Consiglio.

Vorremmo mantenere le felici tradizioni delle nostre assemblee ospitate a dicembre in Casa Armena (12 dicembre 2017) e presso la Chiesa di p. Pompiliu Nacu a Monza (8 maggio 2018).

Lo scorso anno abbiamo potuto riscontrare come da più parti sia cresciuto l’interesse verso una più profonda conoscenza delle nostre Tradizioni celebrative. Vorremmo proporre per quest’anno di dedicare una parte di alcune nostre sedute ad analizzare e conoscere il modo in cui le nostre tradizioni confessionali vivono il mistero di Dio con diversità di linguaggi e di stili, anche liturgici. Ciò potrebbe consentirci di stimolare una maggiore autocoscienza gli uni nei confronti degli altri.

In continuità con quanto avviato nei tre incontri dello scorso anno, vorremmo affidare alla Commissione Pastorale il compito di pensare a dei momenti presso il Refettorio Ambrosiano che abbiano un tema comune. Il progetto di collaborazione con i Centri Culturali della città si è avviato quest’anno con la mostra dell’artista israeliano Shay Frish in sinergia con il Centro Culturale S. Fedele è bene che prosegua, nonostante la battuta d’arresto della prevista mostra sulla realtà copta in Lombardia in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia. Auspicheremmo che sempre in Commissione Pastorale si avvii un confronto in tal senso da portare all’attenzione dell’Assemblea.

L’indispensabile lavoro svolto dalle Commissioni (Jpic, Liturgia, Pastorale e Informazione), vero motore del CCCM, va portato avanti con slancio e passione e con la sempre necessaria attenzione a sviluppare una maggior sinergia con realtà già attive sul territorio su determinate tematiche. Riteniamo indispensabile che in tutte le Commissioni siano rappresentate le diverse aree confessionali; a questo proposito, ricordiamo che due Commissioni su quattro (Jpic e Liturgia) sono prive in maniera stabile del prezioso apporto della componente ortodossa.

Vorremmo che fosse mantenuta la felice iniziativa della Preghiera Ecumenica per la Giornata contro la violenza sulle donne avviatasi lo scorso anno in collaborazione con Caritas Ambrosiana replicando con una Giornata su altri diritti civili in primavera, a scelta della Commissione Jpic.

Riteniamo, invece, che con l’esperienza di quest’anno, possa ritenersi conclusa la formula della Camminata Ecumenica; auspicheremmo, tuttavia, che l’Assemblea trovi altri modi e forme di testimonianza sul tema per noi fondamentale della salvaguardia del creato, in collaborazione con la Commissione Jpic.

Rimane sempre importante proseguire la presenza in alcuni momenti dell’anno nelle carceri della città, nonostante qualche disaffezione e difficoltà organizzativa.

Come si scriveva all’inizio dello scorso anno, sviluppare una maggior attenzione a valorizzare il tanto che nelle parrocchie/comunità/movimenti della città di Milano è già presente dovrebbe essere una metodologia da tenere sempre presente nel nostro lavoro.

Per quest’anno vorremmo suggerire una Veglia Ecumenica di Pentecoste nella consueta data della Pentecoste occidentale (sabato 19 maggio 2018) ritornando alla formula itinerante in un decanato, possibilmente periferico della città e nel quale non siano già state fatte delle Veglie negli anni passati. Auspichiamo un coinvolgimento diretto delle comunità cattolica, protestanti ed ortodosse presenti sul territorio individuato, con le quali costruire un percorso condiviso che abbia come punto finale la Veglia stessa. Camminare in un quartiere all’interno di una metropoli in profondo cambiamento ci aiuta anche ad allargare lo sguardo all’intera società. Sarebbe, infatti, irrilevante la nostra fede se la Parola che portiamo con noi non sia soprattutto testimonianza di fraternità, vangelo di giustizia e di pace e anche ricerca di dialogo tra le religioni. Affideremmo al sempre puntuale e prezioso lavoro della Commissione Liturgia l’individuazione di un decanato e di un progetto da sottoporre all’Assemblea, entro fine anno e, se possibile, in collaborazione con la Commissione Jpic.

L’ineludibile apertura interreligiosa della dimensione ecumenica ha avuto lo scorso anno un confronto assembleare con il coordinatore del Forum delle religioni a Milano don Giampiero Alberti; vorremmo valutare se proseguire questo tipo di incontri anche su progettualità concrete quali ad esempio la partecipazione alla gestione degli spazi dell’Oasi presso Rho- Fiera o la nuova area interreligiosa in allestimento all’aeroporto della Malpensa. L’esperienza nazionale dei Corridoi Umanitari che ha fatto fare ad alcune Chiese un’esperienza concreta di diaconia ecumenica potrebbe diventare anche un modello di collaborazione tra fedi diverse verso le numerose necessità della nostra città.

Riteniamo indispensabile, così come già detto nella relazione dello scorso giugno, che il nostro sito web funzioni con efficacia e puntualità. Esso -si diceva- è la nostra finestra sul mondo, la nostra “casa comune” dalla quale passa la nostra interlocuzione con la società. La nostra passione condivisa per la testimonianza comune dell’evangelo passa anche da lì. Faremo tutto il possibile come Comitato di Presidenza per agevolare e supportare la Commissione Informazione in questo fondamentale compito.

Dopo Ginevra e Roma riprendiamo l’auspicio, se possibile, di progettare un viaggio-studio in una realtà ortodossa storica.

A tutto ciò ci permettiamo di aggiungere la necessità che le chiese facciano pervenire al più presto l’elenco aggiornato dei propri delegati composto da persone che tuttavia garantiscano una presenza continuativa all’attività del Consiglio.

Infine ogni chiesa membro, se non l’ha già fatto, dovrebbe conferire la propria quota annua, tramite il sempre apprezzato ausilio dell’Associazione Amici del CCCM, per permetterci un certo grado di autonomia, pur nella sobrietà che caratterizza il nostro impegno.

Preghiamo il Signore perché sia di guida a questo Consiglio, lampada al nostro piede nel cammino di quest’anno, benedicendolo con la ricchezza di una fede condivisa e di un reciproco riconoscimento sempre più sincero e duraturo.

Sara Comparetti, Ambrogio Makar, Francesco Castelli

Milano, 12 settembre 2017