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I cristiani evangelici o protestanti, tra cui anche i valdesi e i metodisti, condividono i fondamenti della fede cristiana con i cristiani cattolici e ortodossi e con loro hanno in comune le confessioni di fede dei concili ecumenici del primi secoli della Chiesa.

La comune fede cristiana può essere riassunta in queste cinque affermazioni:
1. Tutti i cristiani credono in un solo Dio creatore, in Gesù Cristo, unico Signore e salvatore, nello Spirito Santo, presenza attiva di Dio nella storia. In altre parole un solo Dio, in tre persone, la “Trinità”.
2. Tutti i cristiani confessano che Dio ha parlato per mezzo di Mosè e dei profeti e in Gesù Cristo, com’è attestato dalle Sacre scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento.
3. Tutti i cristiani amministrano il battesimo e celebrano l’eucaristia, o Cena del Signore. A questi segni visibili, legati all’opera di salvezza compiuta da Gesù Cristo, le varie correnti del cristianesimo danno tuttavia significati diversi.
4. Tutti i cristiani ritengono che il Signore rivolga a uomini e donne un appello personale alla fede, da vivere con fedeltà, coerenza e obbedienza.
5. Tutti i cristiani vivono una vita aperta al futuro e attendono la realizzazione della piena redenzione, promessa e iniziata da Dio in Gesù Cristo.

La chiesa valdese mantiene i due appellativi: valdese ed evangelico. Il primo per motivi storici, per riaffermare il legame che unisce la testimonianza odierna alle esperienze di fede dei valdesi medievali e mostrarne così la continuità nel nostro Paese. Evangelico o, spesso, “protestante”, esprime invece l’attualità della Riforma protestante ed il suo progetto di ritorno alla comunità cristiana primitiva e di purificazione della fede. Per esprimere questo i valdesi (come tutti i protestanti) individuano il fondamento del cristianesimo in tre punti: la Scrittura, Cristo, la Grazia di Dio, che si accoglie attraverso la fede.
La Bibbia è il riferimento esclusivo in materia di fede. Per questo i credenti valdesi e metodisti fondano la loro fede, la loro pietà e la loro morale unicamente sulla Bibbia. La Bibbia non è solo un libro da studiare, ma un messaggio di vita che opera efficacemente in coloro che credono (I Tessalonicesi, 2, 13b).
Questo significa che deve rappresentare la sola fonte da cui la chiesa trae ispirazione nella sua opera e testimonianza, ad essa sola ci si deve rivolgere per conoscere la volontà di Dio, e i doveri del cristiano, perché la salvezza e la speranza degli uomini risiedono solo nell’opera di Cristo.
Per i valdesi, infatti, come per tutti gli altri evangelici, Gesù Cristo è la sola via per andare al Padre, la sola verità rivelata del Padre, la sola possibilità di avere la vita perdonata e redenta, l’unico Mediatore fra Dio e gli uomini e quindi l’unico Intercessore, essendo vero Dio e vero uomo, com’è affermato dal principio della Riforma: “solo Christo”.

Inoltre, sempre secondo il messaggio evangelico espresso dalla Riforma con le parole “sola gratia, sola fide, solus Christus” (“solo per grazia, solo per fede, solo Cristo”), i valdesi assieme a tutti gli altri evangelici confessano che unicamente per la sua Grazia, cioè del tutto gratuitamente e per il suo amore misericordioso, Dio ci perdona, ci accoglie come figli e ci salva in Cristo. Le buone opere vanno certamente fatte, non per farci ottenere il favore di Dio, ma per esprimergli la nostra gioiosa riconoscenza per il perdono e la salvezza che gratuitamente ci ha donato in Cristo.
Essere cristiani significa infatti per i valdesi avere piena fiducia nell’opera di Cristo e vivere in comunione con Lui: siamo salvati o, come dice san Paolo, siamo “giustificati” (resi giusti) solo per fede, significa dire che non abbiamo merito alcuno nella nostra salvezza, ma la possiamo e dobbiamo accogliere come un dono gratuito di Dio.

Affermano altresì che il rapporto che ogni cristiano può avere con Dio è un rapporto diretto e non mediato. Tra Cristo e la Chiesa (= comunità di credenti) non ci sono forme di autorità intermedia; il popolo dei credenti è guidato dalla sola Parola di Dio che diventa efficace mediante lo Spirito di Dio.
Di conseguenza la chiesa non da direttive specifiche concernenti le scelte politiche, l’etica sessuale, la bioetica. Può certo indirizzare, sempre alla luce di una riflessione sul messaggio biblico, ma non pretende di legare i propri fedeli a un’unica intepretazione possibile, perchè ritiene che le coscienze dei cristiani vadano lasciate libere di decidere per sè, alla luce dei principi di libertà e responsabilità di fronte alla Parola di Dio (e quindi a Dio stesso, unico giudice delle coscienze).

Analogamente alle chiese d’oriente od ortodosse, poi – che già prima della Riforma, nel 1054, si separarono da quelle d’occidente, rifiutando il potere giurisdizionale del papa – le chiese protestanti non riconoscono su di sé l’autorità del papa romano. Le chiese valdesi e metodiste sono guidate dal Sinodo, un’assemblea composta da deputati delle diverse chiese locali e dai pastori che si riunisce annualmente a Torre Pellice (TO) per prendere le decisioni più importanti che indirizzano la comunità italiana tutta. Il Sinodo esprime ed elegge una sorta di piccolo “esecutivo” composto di 7 membri, la “Tavola Valdese”, guidata da un Moderatore/a, massima carica esecutiva ed amministrativa (ma non di fede, come già detto), che risponde del suo operato al Sinodo successivo.

L’ecumenismo nel senso di collaborazione fra le chiese in vista di una testimonianza comune caratterizza da sempre il mondo protestante. Le chiese valdesi e metodiste sono infatti membro del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), dell’Alleanza Riformata Mondiale e della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) (www.fcei.org).