In quel giorno rialzerò la capanna di Davide, che è cadente; ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò come ai tempi antichi. (Amos 7, 11)

Cara sorella,
caro fratello,
quest’anno ci piace lasciarci guidare dalle parole del profeta Amos che in un periodo estremamente buio della storia del suo popolo, diventa testimone di una speranza…certa! È proprio questo che noi, Chiese Cristiane di Milano, vogliamo riaffermare anche in questo Natale. Magari anche la Tua storia oscurata, come del resto anche la nostra, da un senso di smarrimento verso un futuro dove, come dice Papa Francesco, <<uomini e donne non sono più persone ma strumenti di una logica dello scarto che genera profondi squilibri>>.

Noi cristiani, però, ogni anno ci ridiciamo e diciamo al mondo che crediamo in un Dio che si è fatto uomo, un Dio fatto del nostro stesso corpo, spesso anche in questi tempi umiliato e offeso. È un Dio che ha scelto la mitezza della penombra di una notte e non la “violenza” dell’evidenza. È un Dio che si rivela in un bambino, un Dio che si può prendere con tenerezza tra le braccia…per lasciare spazio alla nostra libertà, alla nostra fede!

Siamo ancora consapevoli di essere testimoni di una speranza straordinaria? Di fronte alle crescenti difficoltà in cui viviamo la volontà di cambiamento ha forse ceduto il posto alla rassegnazione che è sempre in agguato? Riusciamo a sentirci coinvolti in quello che un grande Padre della Chiesa, Gregorio di Nazianzo, scriveva in una sua omelia che risuona nei canti liturgici per il Natale nelle Chiese Ortodosse: <<anch’io proclamerò la forza e la potenza di questo giorno; colui che non è stato generato dalla carne si incarna; il Verbo prende consistenza; l’invisibile diventa visibile; l’intangibile si può toccare; colui che è senza tempo comincia ad esistere nel tempo?>>.

Il pastore luterano Dietrich Bonhöffer da un freddo carcere scriveva <<Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”>>.

Se ti senti interpellato anche solo un poco da questo capovolgimento, da questa trasformazione che ha bisogno dell’ apporto concreto dei cristiani allora questo Natale 2016 è proprio per Te. E insieme a Te anche noi vogliamo lasciarci convertire da questo Dio che si rivela in Cristo…ad altezza di bambino.

Il nostro augurio sincero è che sul nostro vecchio mondo, possa rinascere sempre e di nuovo la speranza di un tempo nuovo a cui Dio, in Cristo, chiama ogni credente, ogni chiesa là dove vive e opera.

Buon Natale!