Messaggio di Natale del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano

Ai fedeli delle Chiese cristiane di Milano,
agli uomini e alle donne che in questa città vivono, lavorano, pregano secondo le diverse tradizioni,
ai giovani che sono alla ricerca di un senso,
agli anziani la cui vita è un patrimonio per tutti,
agli stranieri che cercano un futuro per sé e le proprie famiglie,
a chi si sente fragile e fatica a trovare un posto nella città.

In questo tempo una grande domanda viene da tanti uomini e donne che attendono la salvezza per la loro vita.
In questa città e nei diversi angoli del mondo, molti aspettano di essere liberati dalla solitudine, dalla povertà, dalla violenza e dalle divisioni, dalla paura, dal consumismo che porta alla distruzione del creato e impedisce di vedere l’umanità degli altri.
Tutti abbiamo bisogno di essere salvati. Per questo Gesù viene:

“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.” (Lc. 2,10-11)

Egli si fa uno di noi per incontrarci. Il figlio di Dio viene per incontrare tutti, nessuno è escluso, tanto meno il più piccolo, il più debole, il più povero.
In lui possiamo riscoprire la nostra fraternità, tendere le mani gli uni gli altri, come Dio tende le sue mani a noi. In Gesù, gli uomini e le donne trovano la salvezza e la libertà a cui aspirano.

Natale è l’irrompere di una novità nell’oggi degli uomini e delle donne:

“Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.” (2Cor., 5,17)

Perché nuovo e sempre nuovo è l’annuncio dell’amore che viene ad abbattere il muro della rassegnazione e la cultura dell’impossibile; nuova è la speranza che vince sulla convinzione che nulla può cambiare, lasciando tutto opaco e vecchio.
Nuovi sono la fraternità, il dono gratuito, la compassione per l’altro, il perdono, l’edificazione della   pace.  Nuova è la libertà dello Spirito, la vita in Cristo, la fiducia in Dio.

Per ciascuno risuona l’invito ad andare a Betlemme.
Che ognuno lasci da parte qualcosa di sé e si metta a camminare con gli altri. Ciascuno si apra alla novità del Natale, deponendo i sentimenti induriti, i pensieri tristi, le paure.
Nella notte di questo tempo, dove tutto appare sempre uguale, nel freddo che spinge a chiudersi e a ripiegarsi, nel buio che non fa vedere grandi sogni, una luce calda e accogliente risplende.
Natale annuncia il futuro poiché

“verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.  (Lc, 1,76-79)