Messaggio alla 10° Assemblea Ecumenica Mondiale di Busan. I rappresentanti di numerose associazioni hanno risposto all’invito del Consiglio della Chiese Cristiane di Milano per un incontro di approfondimento e di condivisione alla prossima Assemblea di Busan

di Rosangela Vegetti

Farsi partecipi delle tematiche di pace e giustizia

Anche Milano ha voluto prepararsi alla 10° Assemblea ecumenica mondiale di Busan (Corea del Sud) con un incontro di dibattito e la stesura di un messaggio da affidare ai delegati in partenza per Busan. Il tutto si è svolto il 21 settembre presso le ACLI Regionali con la presenza di un folto pubblico di Chiese e di associazioni varie che in Italia sostengono i temi della giustizia, della costruzione e difesa della pace, e della salvaguardia del creato. A Busan i delegati provenienti da tutti i Paesi del mondo rappresentano oltre 600 milioni di cristiani, di 340 denominazioni ecclesiali; il tema della riunione mondiale è una speranza ed insieme un’invocazione: “Dio della vita, guidaci alla pace e alla giustizia”. Per conoscere i dettagli e seguire i documenti di lavoro basta collegarsi http://wcc2013.info/fr e ritrovarsi uniti nella preghiera e nella preparazione.

Il presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, l’archimandrita Teofilatto Vitsos ha aperto i lavori con una meditazione (di cui potete leggere il testo), seguito da ricchi interventi sul percorso ecumenico delle dieci assemblee mondiali, sul significato e le esperienze di incontro e reciproca conoscenza tra le diverse religioni in atto da anni in Milano e testimoniate da don Giampiero Alberti, con la pastora Letizia Tomassone della Chiesa evangelica valdese di La Spezia che ha sottolineato come si debba riconoscere l’arduo compito di lavorare per una giustizia di Dio quando non riusciamo a fare giustizia nelle nostre attività quotidiane; poi Michel Charbonnier, pastore della Chiesa evangelica metodista di Bologna, ha sottolineato come tra le chiese c’è sintonia su molti grandi temi ma non c’è testimonianza comune quindi Busan sarà importante se tutte le Chiese si lasceranno sradicare dalle proprie consuetudini per seguire i nuovi cammini dello Spirito verso la giustizia e la pace.

I partecipanti hanno accolto con favore gli spunti sia teologici che di vita ecclesiale delle relazioni, intuendo quanto possa essere importante per i popoli del mondo intero una riflessione complessiva contro i percorsi di guerra sempre in atto e contro il sistema economico che divora le possibilità dei poveri e dei deboli a rialzarsi. Perché non pensare a fissare un livello massimo di ricchezza, come si è stabilito quello della soglia di povertà e di sopravvivenza? Anche l’azione per la cancellazione del debito dei Paesi più in difficoltà potrebbe essere ripresa e rilanciata dalle Chiese, ora anche papa Francesco potrebbe farsi portatore di questa istanza.

La voce delle Chiese sembra faticare a farsi udire, nonostante gli attuali mezzi di comunicazione, e giornali e televisioni ignorano questo evento che coinvolge tanti milioni di persone. Passo importante è che in ogni Paese, anche nel nostro, i fedeli delle chiese possano sentirsi partecipi di quanto si andrà dicendo a Busan e si sentano protagonisti dello sradicamento che lo Spirito ci spinge a fare verso nuove situazione di vita mondiale.