Cari fratelli e sorelle,

l’anno scorso, poco dopo l’elezione della nuova presidenza, ebbi l’occasione e anche l’onore di ricevere – insieme ad alcuni di voi – qui a Milano, la visita della Commissione luterano-cattolica che svolgeva la sua periodica sessione nel monastero di Bose. E’ stata quella un’occasione importante per me per sperimentare sul campo la fecondità del metodo del dialogo e del reciproco riconoscimento, che nel rispetto delle legittime differenze – come portato di drammatiche vicende storiche e anche di diverse evoluzioni teologiche e dottrinali – portano frutto nel cammino comune verso una “unità nella diversità” che rimane il nostro orizzonte possibile e auspicabile.

Espressioni come “diversità riconciliata” e “consenso differenziato” dovrebbero ormai fare parte del patrimonio comune di tutti noi, mantenendo come sfondo un giudizio severo sullo scandalo delle divisioni e  recuperando nella giusta misura la sofferenza per quelle divisioni,  che oggi pare scemare, e che invece può forse aiutarci a rimettere in moto la volontà di andare avanti nel nuovo panorama che ci troviamo ad affrontare.

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Dicevamo nella relazione programmatica che l’anno sarebbe stato – come dire? – “egemonizzato” dall’arrivo di Expo2015, paventando che l’evento avrebbe in qualche modo “cannibalizzato” ogni e qualsiasi iniziativa. 

In effetti così è stato, anche se non è il caso di abbandonarsi a valutazioni totalmente negative, perché mi pare che siamo riusciti a mettere in campo forze e creatività che ci hanno permesso di dare sostanza spirituale alle cose “da fare”.

Già il Messaggio di Natale si è caratterizzato per la originalità della forma grafica e del testo, e ha raccolto vasti consensi. 

E così anche la realizzazione del DVD, che contiene la nostra storia e le nostre prospettive, ha suscitato curiosità e favore. La prima copia l’abbiamo consegnata nelle mani dell’arcivescovo della Chiesa cattolica ambrosiana , cardinale Angelo Scola, il 1° gennaio in occasione del tradizionale incontro in arcivescovado.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani quest’anno si è svolta in forma più sobria, ma in  modo fortemente simbolico in almeno due momenti: l’apertura nella Chiesa copta di via Senato per sottolineare la nostra vicinanza a una comunità che vive persecuzione nella propria terra; e l’avvio del ciclo di sei incontri “Il pane e la Parola”, che intendeva legare la modalità della lettura biblica a più voci con la scelta tematica del cibo e del nutrimento, il che ci avrebbe fatto pre-gustare Expo e le sue finalità. Il gruppo giovani è stato una autentica sorpresa e, all’avvio della Settimana, la Giornata dedicata all’Ebraismo  ci ha fatto capire quanto forte sia ancora oggi l’incidenza della tradizione ebraico-cristiana nella coscienza  e nella vita civile e sociale del nostro Paese.

Prima di entrare nello specifico delle iniziative legate più direttamente alla Esposizione Universale, vorrei ricordare gli appuntamenti dedicati all’Assemblea ecumenica di Busan (appuntamento importante per dare seguito alla nostra volontà di essere aggiornati su quanto si muove a livello mondiale in tema di ecumenismo; anche se sulla articolazione e modalità degli incontri – non all’altezza delle aspettative e della nostra consueta capacità di mobilitazione – si è aperta una discussione, che però andrà ripresa, perché legata a quella più ampia che riguarda le prospettive delle attività ecumeniche promosse dal Consiglio). 

Una conferma positiva è invece venuta dalle preghiere nelle carceri milanesi, positività ribadita anche recentemente dai cappellani che ci chiedono di ripetere o addirittura di moltiplicare le nostre visite e offerte di preghiere interconfessionali.

Infine, ricordo la nostra partecipazione alla commemorazione del centenario del genocidio del popolo armeno in Duomo, un momento importante che ci ha coinvolto profondamente.

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E veniamo a Expo2015.

1) Non facile, ma importante nel metodo, si è rivelata la preparazione della Lettera Aperta che il nostro Consiglio ha deciso di rivolgere ai visitatori. Credo che il risultato finale sia stato più che apprezzabile e voglio qui ringraziare particolarmente coloro che si sono impegnati con suggerimenti, critiche, proposte.

2) Veglia di Pentecoste e Settimana di Spiritualità, attorno al tema dell’acqua, quella da bere e quella “di vita”; sono state una occasione per dare visibilità alle diversità creative delle nostre Chiese; le varie tradizioni hanno dialogato fra loro, si sono passate il testimone e i commenti di chi ha partecipato erano decisamente positivi. Davvero una bella esperienza di ecumenismo spirituale. Grazie ancora a chi ci ha lavorato e a chi ha partecipato.

3) I giovedì di preghiera e accoglienza “Canta, prega e condividi” si sono avviati il 7 maggio e finora nonostante le presenze limitate mi pare che i risultati siano più che apprezzabili; occorre uno sforzo ulteriore per pubblicizzare il calendario.

4) il prossimo appuntamento importante è per il 4 luglio, la Camminata per Cascine nella zona di Chiaravalle. Tutti coloro che sono ancora a Milano sono caldamente invitati a partecipare e a portare amici e conoscenti. Sarà senz’altro un’esperienza importante.

E qui mi permetto di rivolgere a tutti noi alcune domande:

– stiamo facendo tutto il possibile per dare corpo e gambe alle nostre stesse iniziative? 

– che diffusione hanno avuto il Messaggio di Natale e la Lettera Aperta?

– quante delle nostre Chiese hanno dato pubblicità adeguata alla locandina e ai calendari degli appuntamenti? In quante bacheche sono esposte locandina e programmi?

– alcuni di voi hanno ricevuto da me una email con la richiesta di aiutarci a diffondere la Lettera Aperta lavorando alla sua traduzione nelle varie lingue che vengono utilizzate dalle diverse comunità; faticoso, ma utile, credo, e anche una opportuna sollecitudine nei confronti di chi non necessariamente ha un rapporto facile con l’italiano; ho avuto pochissimi riscontri;

Altre domande più di fondo:

– quale ecumenismo viviamo realmente? nel Consiglio e nelle commissioni, , ma anche nelle nostre comunità…  cosa abbiamo travasato nella loro vita concreta?

– prendiamo sul serio gli impegni sottoscritti dalle nostre Chiese con la Charta Oecumenica?

– la partecipazione: la riteniamo adeguata e sufficiente? Non parlo della presenza o assenza alle singole iniziative o assemblee (perché può sempre  verificarsi una sovrapposizione con alri impegni, spesso improvvisi e urgenti), ma di un impegno e di un atteggiamento distribuito sul medio-lungo periodo: come attuiamo quell’impegno? il Consiglio è da noi considerato una priorità? strutturiamo la delegazione della nostra Chiesa in modo da garantire sempre e comunque una presenza? E il lavoro nelle commissioni, lo consideriamo utile e arricchente, o superfluo e da perditempo?

– i dati che abbiamo sulla partecipazione alle assemblee mensili nell’ultimo anno evidenziano l’esistenza di un nucleo abbastanza stabile di delegazioni fedeli; una zona intermedia di coloro che non sempre riescono a essere presenti; e alcuni stabilmente assenti (nei confronti di questi fratelli, occorrerà fare – con il dovuto rispetto e comprensione – un’opera di chiarificazione sulle intenzioni e le condizioni di adesione a un organismo di “comunione” come è il Consiglio).

E termino con una domanda ancora più generale, attorno alla quale è già iniziato un discorso e su cui occorrerà tornare ancora e ancora:

– lo scenario sociale, inter-etnico e interreligioso a Milano sta cambiando: 

che conseguenze comporta per noi? se non vogliamo trasformarci in “professionisti dell’ecumenismo”, staccati dalla realtà, bisognerà dare spazio al nuovo che non solo avanza ma che c’è già e attende di essere sollecitato a svolgere un ruolo più attivo e propositivo. 

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E a questo punto mi limiterò a citare le piste di impegno che abbiamo già delineato e che avremo alla nostra attenzione a partire dal prossimo settembre:

– abbiamo cominciato a esaminare la Carta di Milano, stilata dai tavoli di lavoro convocati in occasione di Expo; non siamo stati invitati come Consiglio di Chiese, e quindi dobbiamo decidere se limitarci alla firma di singoli, o di rappresentanti ufficiali di singole Chiese, oppure ancora (ma una scelta non esclude l’altra) come Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano;

– la proposta di un memoriale per i martiri di oggi (a questo proposito si può pensare alla costituzione di un agile gruppo di lavoro composto da Giuseppe Platone e padre Pompiliu Nacu per il Consiglio, che insieme a don Alberto Lolli predisporrà un progetto da sottoporre in settembre-ottobre al Consiglio);

– sempre in settembre ci sarà la celebrazione dei 500 anni della Battaglia di Marignano, a cui lavora già un gruppo di lavoro formato da Platone, Meier, e Dragoslav Trifunovic (se ci sono già novità saremo felici di ascoltarle dopo le votazioni);

– si va verso il Santo Sinodo Panortodosso che – salvo problemi – si terrà nel 2016, e su questo occorrerà lavorare per capire a fondo l’importanza dell’evento e le prospettive che potrà aprire all’interno movimento ecumenico;

– ci avvicineremo anche alla commemorazione dei 500 anni della Riforma di Lutero; 

– queste scadenze ci daranno occasione per approfondire temi e prospettive;

– per aprire, spalancare una finestra sul mondo, proponiamo un viaggio a Ginevra, a conoscere meglio il Consiglio Ecumenico delle Chiese, la sua attività, i suoi impegni;

– ma dovremo continuare anche il lavoro ad intra, sul nostro piccolo-grande osservatorio e laboratorio di ecumenismo e di rapporti sempre più fraterni e accoglienti; conoscerci meglio, sviluppando e intrecciando rapporti ecumenici di base, non come alternativa ma come linfa per l lavoro ricco e difficile del Consiglio, che – come ricordava il cardinale Martini il giorno del 1998 della presentazione ufficiale del CCCM – non è la convocazione da parte di una singola Chiesa, ma un ascolto da parte di tanti della chiamata dello Spirito, che ci convoca e ci dà la forza di superare le nostre debolezze e di lavorare insieme nonostante esse.