Carissimi Fratelli e sorelle in Cristo,

Da sempre i cristiani guardano al Natale con un misto di attesa e di sconforto.
L’attesa è dovuta al fatto che la nascita di Gesù, nella sua inaudita contraddizione tra mondo e Dio, inaugura il tempo del Messia: tempo di giustizia, del diritto, dell’amore, dei Signore. E’ l’attesa di quanti aspirano alla salvezza. Lo sconforto, d’altra parte, è in agguato, perché nonostante i tempi messianici, tempi della fine, il mondo e le sue strutture continuano l’andazzo di sempre: Davanti alla vetrina imbandita sta rocchio ammirato del bambino povero; difronle alla melodia dolcissima di ”Notte benigna…” , scoppia la cacofonia dei rumori deila civiltà dello “sballo”.
Questo e il modo di guardare alle realtà in categorie morali ed estetiche e quindi la conclusione non può essere che di censura. Il Natale non ci guadagna, ne le aitemative sembrano scevre dalle contraddizioni. Dobbiamo, allora, affossare la festa di Natale?

E come potremmo?

La sostanza di questa festa ricorrente, infatti, non si consuma sull’altare delle grandi affermazioni etiche, ne si esprime con le melodie romantiche delle tradizioni nordiche, ma si offre alla nostra esistenza come occasione in cui Iddìo si china sulla nostra realtà per raccoglierla nelle sue mani. E allora Natale splende di amore, di luce, di speranza, di canti di lode e di riconoscenza. Perché tutto ciò che qui è negazione della vita, minaccia, all’esistenza, beffa contro il povero, è dichiarato sconfitto. Nell’abbraccio del Signore sta la radice dell’albero della gioia; nella tenda che la Parola viene ad abitare sta la saggezza della vita; nella luce che promana da colui che è luce scaturisce il canto che riempie di sé cicli e terra: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, pace m terra a quanti Egli gradisce… ”

Possa la Chiesa del Signore essere fedele a questa visione e ogni fratello e sorella di Cristo unirsi al coro dell’armonia ristabilita con l’incarnazione tra Dio e mondo, tra Dio e umanità. Perché Egli s’è fatto per noi quello che noi siamo, affinchè diventassimo come quello che Egli è.

L’augurio di questa comunione raggiunga tutti i credenti in Cristo della nostra città di Milano.