Discorso della Presidente del CCCM, Sara Comparetti, in occasione dell’incontro del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano con l’Arcivescovo Delpini a seguito della Messa per la Pace del 1 gennaio 2018.

Innanzi tutto vorrei ringraziarla per la Sua ospitalità e per questo reiterato invito del primo gennaio che è ormai da anni una preziosa occasione di conoscenza reciproca.

Dal giorno del suo insediamento abbiamo già avuto diverse occasioni per incontrarci, ma quella di oggi è certamente un po’ speciale sia perché si colloca all’inizio di un nuovo anno sia perché coinvolge tutto il Consiglio e soprattutto perché ci porta a riflettere sul bisogno di Pace per questo mondo in travaglio, per il quale le chiese dovrebbero sempre sentirsi interrogate ad impegnarsi.

Personalmente sono almeno trent’anni che mi occupo di ecumenismo a Milano, ho vissuto la lunga gestazione che ha portato alla nascita del CCCM, attraverso l’OIM, e poi i vent’anni del CCCM che ci apprestiamo a celebrare tra pochi giorni. Ho vissuto quindi le varie stagioni attraverso cui l’ecumenismo milanese è passato, con i suoi alti e bassi, i suoi momenti felici e momenti di crisi, e sono convinta di trovarci all’alba di una nuova stagione positiva per l’ecumenismo, sia a livello nazionale che locale.

Il 2017 è stato un anno importante per le Chiese protestanti che hanno festeggiato i 500 anni della Riforma Protestante. Ma è stato un anno importante non solo per le chiese della Riforma. Per la prima volta questo centenario è stato celebrato CON e non CONTRO. E’ stato un occasione di conoscenza reciproca, di riscoperta delle ragioni della Riforma, un occasione per riflettere su cosa significa oggi riformare la chiesa, un occasione di riavvicinamento tra le chiese cristiane.

Tante in quest’anno sono state le celebrazioni, gli incontri, le conferenze e i convegni, tra i quali l’ultimo, quello di Assisi di Novembre: “ Nel nome di Colui che ci riconcilia tutti in un solo corpo”, dal quale sembra emergere finalmente la possibilità di creare una Consulta Ecumenica Nazionale, speriamo, vivamente, un organismo in grado di creare prima o poi un vero e proprio Consiglio delle Chiese Cristiane nazionale.

A livello locale il CCCM è stato coinvolto in molte occasioni nelle celebrazioni del cinquecentenario di cui il Culto e la Veglia ecumenica di Pentecoste al Teatro Dal Verme sono stati sicuramente il momento centrale. Ma non l’unico. Forse l’ultimo in ordine temporale è stato la bella Celebrazione nella Basilica di S. Simpliciano tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa cristiana protestante, riformata e luterana.

Dicevo, una nuova stagione per l’ecumenismo. Ho avuto già modo di ringraziarla personalmente per l’attenzione che ha rivolto al Consiglio e alle Chiese Cristiane di Milano durante l’omelia di ingresso in diocesi, il 24 settembre e per l’attenzione da Lei rivolta ai fratelli e alle sorelle non solo delle altre chiese cristiane, ma anche ai fratelli e sorelle ebrei e mussulmani.

La stessa attenzione l’ho ritrovata nel Discorso alla città in Sant’Ambrogio, dove la pratica del buon vicinato, dell’attenzione all’altro e all’altra, della cura l’uno per l’altra, si uniscono alla “responsabilità” del singolo, una chiamata forte, a fare ognuno la propria parte, che trovo molto “protestante” e quindi molto vicina al mio sentire.

Sono convinta che questi siano segni di un rinnovato impegno ecumenico della Chiesa ambrosiana che non possiamo che accogliere con gioia e riconoscenza.

Come dicevo prima quest’anno il CCCM compie 20 anni essendo stato costituito nel gennaio del 1998.

Per noi si tratta sicuramente di un traguardo importante, per certi versi insperato, una scommessa sulle nostre debolezze, sicuri dell’aiuto e del sostegno del Signore in un cammino non sempre facile, a partire dal Giubileo del 2000, che con le sue indulgenze plenarie, mise a dura prova il neonato Consiglio.

A questo proposito colgo l’occasione per ringraziarla di aver accolto il nostro invito a partecipare alla celebrazione ecumenica di chiusura della SPUC, il 25 gennaio, nel Tempio valdese, proprio per ricordare la fondazione del CCCM e i suoi 20 anni.

Tra le iniziative per celebrare questo ventennale vorremmo anche dare l’avvio a un lavoro storiografico per ricostruire la nascita e i primi anni di attività del Consiglio. Per questo sarebbe molto utile poter accedere direttamente alle fonti, non solo all’archivio del CCCM ma magari anche alle carte del Cardinal Martini che ne fu tra i principali promotori.

Tutto ciò riguarda però il passato, mentre oggi dobbiamo guardare soprattutto al futuro

Per prima cosa vorrei esprimere la gioia del Consiglio per l’avvio del Sinodo minore “Chiesa dalle genti” e soprattutto per l’invito che ci è stato rivolto a partecipare ai lavori del Sinodo. Ci ha colpito in modo particolare la nuova prospettiva con cui la Chiesa ambrosiana guarda ai credenti e alle credenti straniere sempre più presenti a Milano, non più come un capitolo a se stante, ma come parte integrante della comunità ambrosiana, componente a tutti gli effetti della chiesa confessante, che la interpella dall’interno e la sprona a riformarsi.

In questo contesto la richiesta di condivisione di questo percorso con le altre chiese cristiane del Consiglio che vivono questa esperienza da anni , o perché chiese etniche o perché composte da credenti di diverse nazionalità, ci è parsa particolarmente significativa e foriera di importanti sviluppi.

Vorrei anche cogliere quest’occasione per rinnovarLe l’invito, mio e del Consiglio, a partecipare alla Veglia Ecumenica di Pentecoste che il Consiglio organizza come ogni anno alla vigilia di Pentecoste, quest’anno sabato 19 maggio 2018. La Sua partecipazione sarebbe un segno importante per la Diocesi e si collocherebbe in continuità con alcuni suoi predecessori che parteciparono, anche più volte, alle nostre Veglie.

Infine vorrei fare due proposte: credo che ciò che ha permesso al Consiglio di arrivare fin qui siano state soprattutto due cose (a parte naturalmente il sostegno del Signore, senza il quale non saremmo andati da nessuna parte): L’amicizia personale, la stima e la fiducia tra i membri del CCCM e la testimonianza verso la città.

Per quanto riguarda l’amicizia penso che nulla più di un viaggio insieme possa contribuire a cimentare i rapporti tra le persone. Recentemente il Consiglio è stato a Ginevra a visitare il CEC e poi a Roma presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani. Nel 2005 il CCCM fece un viaggio importantissimo per la sua storia, in Terra Santa e a Gerusalemme, un viaggio a cui partecipò l’allora Arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi e che portò ad incontrare un altro Arcivescovo, Carlo Maria Martini che tanta importanza ebbe per il CCCM. Mi piacerebbe che il Consiglio facesse un nuovo viaggio di quella portata, nuovamente in Terra Santa a Gerusalemme o in Egitto, in terra Copta, e che Lei potesse parteciparvi come allora i suoi predecessori.

Per quanto riguarda la testimonianza la mia proposta riguarda la città che ci ospita.

Si tratta di una vecchia idea del Consiglio che non si è mai concretizzata, sarebbe bello se riuscissimo a trovare un luogo in città da dedicare ai Testimoni della Fede Cristiana. Un luogo in cui dire alla città che non esistono differenze nelle fede tra cattolici, protestanti e ortodossi attraverso il ricordo e la testimonianza di figure di uomini e donne cristiani che arrivarono al sacrificio della propria vita pur di testimoniare la loro fede in Cristo e il loro amore per la pace, la giustizia e la non violenza, rimando fedeli ai propri principi. L’idea partirebbe da quanto realizzato negli anni 80 dal Capitolo della Cattedrale di Westminster per riempire le 10 nicchie lasciate vuote dai restauri sopra il portale centrale.

Sarebbe molto bello se riuscissimo a fare qualcosa di simile a Milano.