Gli ''altri cristiani''. Grazie all’8 per mille la chiesa ha incassato 5,2 milioni nel 2005. Genre: anche i non credenti ci apprezzano. Tra i fedeli anche alcune coppie omosessuali: ''L’amore tra coppie dello stesso sesso non è un peccato''

MILANO – Una cosa è certa, i Valdesi suscitano simpatia. Per capirlo, basta un dato: ogni anno oltre 200 mila persone devolvono alla Chiesa valdese l’8 per mille. Eppure la comunità in Italia è frequentata da solo 30 mila fedeli, bambini compresi. Un attestato di stima. Nel 2005 hanno incassato così 5,2 milioni di euro, oltre un milione dei quali utilizzati per progetti culturali, iniziative di pace e di difesa dei diritti. "Anche i non credenti apprezzano il nostro operato: l’8 per mille è usato interamente per sostenere attività sociali e culturali e non per pagare noi Pastori o le strutture" spiega Gianni Genre, Pastore della Chiesa Valdese di Milano, sposato con tre figli. Mi accoglie in casa sua, nel cuore della città, dietro al Tempio di via Francesco Sforza.
Nello stesso condominio vivono anche le sue due colleghe, di origini tedesca, con le rispettive famiglie. "La casa è a disposizione dei Pastori, l’affitto qui non riuscirei mai a pagarlo", mi spiega con una risata cordiale il Pastore Gianni Genre. In casa sua lo stipendio arriva grazie alle offerte raccolte durante il culto domenicale. "Questa forma di autofinanziamento funziona ancora – dice il Pastore Genre. E aggiunge: "Per fortuna il denaro poi viene ripartito tra tutte le comunità valdesi in Italia. Altrimenti, io avrei delle ottime entrate, mentre in Calabria, dove i membri adulti sono pochi, farebbero la fame".  Sensibili al sociale i valdesi lo sono da sempre, da quando nel XII sec. il loro fondatore Valdo, un mercante di Lione, decise di vendere tutto per predicare l’Evangelo.
Vittime di pregiudizi, spesso perseguitati, clandestini, i valdesi hanno sviluppato un’attenzione particolare per chi, come loro, non è accolto. A cominciare dagli stranieri. A Milano, il migliaio di fedeli e amici della Chiesa valdese sostengono diverse associazioni che si occupano dei migranti, come Naga e Darcasa, una cooperativa che si occupa di abitazioni. Insieme alle altre Chiese evangeliche della città poi, i Valdesi gestiscono il centro Diaconia in via Ampola 32, una struttura di seconda accoglienza. "L’integrazione è una delle attenzioni che ha la nostra comunità – prosegue il Pastore Genre – Presto potremmo organizzare anche delle attività per chi emigra da paesi francofoni, i metodisti di via Lagosta accolgono già i fedeli di lingua anglofona. Ma ora occorre impegnarsi per una legge seria sulla libertà religiosa, per favorire anche il riconoscimento dell’Islam".  Alla funzione della domenica (alle ore 10.45; ndr) tra i fedeli ci sono anche alcune coppie omosessuali. Da circa un anno si è costituito il gruppo "Varco" per la valorizzazione della comunità omosentimentale. Tra i partecipanti diversi fedeli, proveniente da altre Chiese. "Molti di noi hanno sperimentato cosa significa non essere accettati e, magari, hanno subito vere e proprie pressioni psicologiche perché cambiassero il loro orientamento sessuale" spiega Cinzia Domante, coordinatrice del gruppo per il circuito valdese e metodista della Lombardia. Negli incontri si discute molto, a partire dai documenti del Glom, la commissione di studio nazionale che si occupa di omosessualità, e dalla Parola di Dio. "Leggere bene la Bibbia è il primo passo per combattere tanti pregiudizi – dice Cinzia Domante -. Nella distruzione di Sodoma e Gomorra non bisogna leggere la punizione di Dio contro l’omosessualità, ma contro chi non dà ospitalità ai forestieri. Sarebbe assurdo poi pensare che esistessero città di solo omosessuali". Passi biblici, ma soprattutto testimonianze e in futuro la creazione di un gruppo di ascolto e di sostegno per chi si sente rifiutato. "L’omosessualità non è un peccato -ribadisce la coordinatrice di Varco -. E quando lo si scopre ci si sente liberi, proprio come il popolo di Israele fuggito dalla schiavitù d’Egitto". (eps)

Religioni 15.0517/01/2007